columnist

Toro, regole chiare ed uguali per tutti!

Beppe Pagliano
Se devo essere sincero, mai come in questa occasione non avrei nessuna voglia di parlare di calcio, di parlare di Toro, di parlare di fortune e di sfortune varie. Vorrei semplicemente starmene zitto e continuare a masticare amaro.

Se devo essere sincero, mai come in questa occasione non avrei nessuna voglia di parlare di calcio, di parlare di Toro, di parlare di fortune e di sfortune varie. Vorrei semplicemente starmene zitto e continuare a masticare amaro. Come già scrissi qualche mese fa, io non ho mai giocato a calcio per davvero, ho invece praticato a livello agonistico l’atletica leggera, ecco perché non riesco e non ci riuscirò mai, tollerare che un risultato sportivo possa essere condizionato da un giudice di gara. Quando io mi confrontavo con gli avversari, disputando una gara da 5.000 metri gli unici giudici erano la pista ed il cronometro, nel calcio purtroppo gli arbitri hanno un potere enorme, possono condizionare pesantemente il risultato finale!   Sono le 18:45 di domenica sera, capisco che quello che sto scrivendo viene dettato dalla rabbia che ancora non sono riuscito a digerire, ma spiegatemi voi come si può tollerare che uno sport che smuove interessi enormi possa essere in balia delle decisione di un ragazzotto in mutande dotato di fischietto! Ci ricordiamo la partita d’andata contro il Cagliari persa per 1 a 0? Rigore perlomeno dubbio a favore dei sardi e gol regolare di Bianchi annullato. E la partita in casa con il Parma? Fallo in area su Sansone non fischiato e conseguente espulsione per somma di ammonizioni, e come dimenticare il rigore ridicolo che spianò il successo della Roma all’Olimpico. La settimana dopo invece sempre un rigore molto dubbio consentì ai gemellati viola di agguantare il momentaneo 1 a 1, ancora sette giorni ed assistemmo all’espulsione di Glik nel derby che gli valse la scomunica da parte di tutte le maggiori testate giornalistiche nazionali. Andiamo avanti ed arriviamo al 2013 e lo iniziamo subito con un rigore contro in quel di Catania per fallo di Vives apparso ai più inventato, passa una settimana ed il rigore arriva inesorabile al 90’ contro il Siena per un fallo di Brighi che l’arbitro di turno non perde l’occasione di fischiare prontamente. Arriviamo così al 27 di Gennaio a San Siro quando l’Inter passa in vantaggio nei primi minuti dell’incontro grazie ad un calcio di punizione di Chivu, peccato che il fallo l’avesse commesso Cassano, ma chissà perché l’arbitro decise di invertite la decisione. Ad Udine per fortuna non abbiamo subito rigori contro, peccato che ce ne fossero due solari a nostro favore, ma il quel momento l’arbitro era probabilmente distratto e quindi non ha potuto fischiarli. Sette giorni fa contro l’Atalanta abbiamo avuto il nostro rigore quotidiano perché in uscita Gillet ha toccato palla e piede di Livaja quando ormai l’attaccante rumeno non avrebbe più potuto raggiungere il pallone.   Ma quello a cui ho dovuto assistere oggi ha davvero del grottesco. Nel primo tempo, in una sortita offensiva Ogbonna subisce un fallo in tutto e per tutto simile a quello che ci costò il rigore contro il Siena, ma il caro Peruzzo si stava guardando attorno, cercando forse dove si fosse accomodato Cellino e di conseguenza l’azione è proseguita, dopo una manciata di minuti è però molto attento a vedere un fallo dello stesso Ogbonna su Sau, che io, avendo la vista annebbiata dal tifo, non  ho potuto notare. Nel secondo tempo lo stesso Ogbonna commette un fallo da rigore su Pinilla e il sempre più caro Peruzzo concede il secondo rigore ai sardi con relativa espulsione di Ogbonna, passi per il rigore, ma l’espulsione, secondo me, poteva risparmiarsela, in quanto non credo che fosse una chiara occasione da gol. Quello che succede da li in poi ha dell’incredibile, Diop entrato in campo da meno di un minuto viene espulso per una veniale manata in faccia ad un avversario durante un normale scontro di gioco. Non contento l’ineffabile Peruzzo al 92’ pensa bene di concedere a nostro favore un rigore che mai e poi mai ci sarebbe stato concesso sullo 0 a 0. Quello che è successo poi fa parte di tutta un’altra storia, qui entra in ballo la fortuna e la sfortuna ci si dovrebbe collegare quindi ad aerei caduti, campioni investiti da auto, pali colpiti nel corso di finali europee.   Torniamo quindi a parlare di questi simpatici ragazzotti perlopiù avvocati, assicuratori, medici, bancari che allietano le nostre domeniche pomeriggio. Qual è il criterio con cui questi bellimbusti vengono scelti per arbitrare in serie A ed in serie B? Un muratore, un falegname, un operaio (come il sottoscritto) non sono in grado di comprendere le regole del calcio e quindi non  possono arrivare a dirigere gli incontri di calcio del campionato maggiore, oppure come succede in Italia per arrivare a certi livelli si devono avere raccomandazioni di vario tipo oppure essere figli di qualche personaggio importante? Non dimentichiamoci che quello che si è cercato di scoperchiare durante l’estate del 2006 è stato pian piano interrato e la prova di questa mia teoria la si ha guardando chi comanda la classifica di Serie A da ormai due anni!   Qualcuno giustamente dirà che le mie sono farneticazioni da tifoso deluso, mi si dirà che i torti a fine anno si equipareranno, ma a costoro vorrei ricordare come il Toro sia retrocesso nel 2009 a causa di molteplici errori arbitrali, vorrei ricordare come nel 2010 durante lo spareggio per salire in serie A contro il Brescia ci venne annullata una rete regolare di Arma e come poi nel ritorno subimmo la rete del provvisorio 2 a 0 a causa di un rigore alquanto dubbio, e cose dire del campionato scorso in serie B dove venimmo letteralmente tartassati durante tutto lo svolgimento della stagione? Forse l’anno scorso si doveva provare a far salire in A la squadra del presidente di Confindustria? Qualcuno di voi, a tal proposito, ha avuto modo di notare di quanti e di quali favori gode il Sassuolo quest’anno in serie B? Domanda le mie a cui non  so dare risposte, forse l’unica vera risposta è una sola: Viviamo in una nazione corrotta in ogni suo apparato ed il calcio non può essere un’eccezione.   Forse ha ragione mio padre, il quale a quasi ottant’anni, un paio di ore fa ha detto che non vale più la pena continuare a seguire uno spettacolo corrotto come il calcio! Io dal mio punto di vista posso affermare che come tifoso del Toro posso accettare di perdere tutte le partite, ma vorrei regole chiare ed uguali per tutti! Oggi questa consapevolezza in Italia non la si riesce ad avere in nessun campo…   Beppe Pagliano     (foto M.Dreosti)