Per chi ha il pollice verde è noto che non produca fiori, o meglio, ce n’è una varietà che ne produce di gialli, ma ieri sera a Roma è nata l’Edera che ha fatto sbocciare il fiore granata di Simone. Lui, il giocatore sul quale, dei tanti giovani portati in ritiro come ad esempio Aramu o Parigini, probabilmente era quello su cui molti tifosi riponevano meno speranze. Invece il carattere del ragazzo sta facendo la differenza. Ricordiamo tutti le parole colorite con cui Simone Edera dichiarava ai microfoni di un’emittente televisiva all’intervallo di un match primavera, poi vinto, di rientrare determinati in campo per ottenere i tre punti, cosa che poi avvenne. Il numero 20 granata ha collezionato sino ad oggi 4 presenze in campionato e due in Coppa Italia. Tra queste rimarchiamo quella contro il Sassuolo, sfiorando il gol sotto la Maratona a pochi secondi dal suo ingresso in campo, l’ingresso nel secondo tempo in Coppa Italia contro il Carpi in cui ha dato l’impressione di poter colpire e, ovviamente, quella di ieri sera a Roma contro la Lazio siglando la terza rete che ha tagliato le gambe alle velleità laziali di rimonta. Non c’è niente di più bello per un tifoso granata, vedere un prodotto del vivaio esordire con successo in Serie A. Bravo Mihajlovic a lanciarlo e bravo anche a gestire le intemperanze di Ljajic.
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Toro, sboccia finalmente il fiore di Simone Edera
Sul trequartista serbo – e sottolineo la parola trequartista perché non può definirsi esterno d’attacco – va detto che Mihajlovic ha sbagliato alla vigilia del match contro la Lazio, dicendo che Ljajic gioca bene una partita sì e un’altra no, perché in verità il dieci granata ha giocato bene finché ha giocato nel suo ruolo, a volte predicando nel deserto. Quando c’è stato il passaggio al 4-3-3 il Toro ha guadagnato in equilibrio, ma ha smarrito la luce del gioco. Insisto nel dire che il 4-3-1-2 farebbe tornare Ljajic quello di inizio stagione. E comunque il mister dovrebbe assumersi qualche responsabilità: Ljajic e Niang sono gli acquisti più onerosi e fortemente voluti delle due precedenti sessioni di mercato estive. Se sono giocatori così problematici, perché ha insistito tanto per averli? Dunque va bene trattare Ljajic mandandolo in tribuna se ha delle mancanze di rispetto, ma si deve ricordare che la società sul volere del tecnico spende dei soldi – sicuramente meno di quelli che incassa, Zappacosta docet – per accontentare il tecnico e lui dovrebbe garantire che problemi di questo tipo dai giocatori voluti fortemente non si presentino mai. Per Niang di certo fino ad oggi non possiamo parlare di ragazzo indisciplinato, ma di un giocatore a tratti abulico, a tratti svogliato e soprattutto fragile. Non mi sarei mai aspettato che una semplice botta subita contro il Carpi, nella sua miglior partita nella quale ha sfornato due assist, il francosenegalese potesse infortunarsi per tutto questo tempo.
Infine nella partita di Roma contro la Lazio c’è ormai la costanza di Belotti che non segna più. Fisicamente sta tornando quello dell’anno scorso: lotta, corre e rientra a dare una mano in fase difensiva, ma purtroppo è anche piuttosto sfortunato. Sì perché è molto raro colpire un palo interno e vedere il pallone attraversare lo specchio della porta per poi uscire sul fondo. Che il capitano continui a non preoccuparsi di questo, i gol arriveranno.
Si sono visti dei progressi notevoli anche sulla mediana. Rincon è cresciuto di condizione e ieri era l’uomo ovunque e ha sfornato una prestazione di quantità e qualità impreziosita da un gran gol. Baselli non ha sbagliato un passaggio e Valdifiori è tornato titolare giocando addirittura 90’. Tutto ciò fa ovviamente ben sperare.
Tuttavia ieri ho visto la partita con una certa apprensione. I granata hanno creato tanto nel primo tempo, ma non hanno mai centrato la porta, fatta eccezione per il palo di Belotti. Quando gioca il Toro di Mihajlovic con la squadra così sbilanciata in avanti, ho sempre l’impressione che il gol avversario possa arrivare da un momento all’altro e ieri abbiamo rischiato molto, anche se mi sono piaciuti, questa volta al 100%, Nkoulou e Burdisso che hanno giocato concentrati dall’inizio alla fine. Finalmente si è visto Berenguer e ha fatto un gran gol, ma nel primo tempo sinceramente non mi ha impressionato. Voglio dire che vanno bene i tre punti ottenuti in casa della Lazio, cosa che non accadeva dal 1993, ed è bellissimo vedere Edera segnare quel gran gol con quella cattiveria, ma il risultato non deve ingannarci e non deve farci fare voli pindarici per la sfida di domenica contro il Napoli. I biancoazzurri non stanno attraversando il loro periodo migliore di forma, ma il Toro deve migliorare ancora tanto. Non bisogna commettere l’errore di pensare di essere grandi dopo il successo di Roma, anche perché se Giacomelli avesse concesso il rigore alla Lazio, probabilmente ora commenteremmo un altro risultato.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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