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Toro: se non ti uccide, ti fortifica

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Granatina / E' il momento di essere più forti delle ingiustizie
Roberta Picco

Ammetto che lunedì, vedendo la coppia Cerci-Immobile in panca, sono già partita disillusa, sfiduciata, perché, con tutto il rispetto parlando, ritengo che Barreto non sia un giocatore minimamente all'altezza. Mi ha però piacevolmente stupito Meggiorini, che senza ascoltare le continue critiche, non ha mai mollato il passo meritando gli applausi alla sua uscita dal campo. Peccato per qualche occasione sprecata, spesso sfortunata. Intanto, i minuti proseguivano e avevo iniziato a crederci , stavamo finalmente giocando bene contro una “grande”. Poi, entra la coppia d'attacco per eccellenza: ci credevo davvero. Immobile ha mostrato il solito cuore: non fosse per quel clamoroso gol mangiato, ora saremmo qui a parlare di tutt'altro. Cerci lottava, imprendibile come sempre. Tutto andava, bene o male, nel verso giusto, poi, come un fulmine a ciel sereno, vedo il capitano cadere malamente subendo palesemente fallo e in seguito, il gol di Higuain.

La fine. Tutti, ma dico tutti in piedi a gridare, a difendere il Toro. E, il mio vicino di posto, di fede palesemente partenopea, ha il coraggio di dirmi: “ Cosa mi tocca sentire? Quello non è fallo, se Glik è caduto così, è solo perché è fatto di carta!”. Premetto che non sono una che si arrabbia facilmente, ma questa volta non ci ho davvero più visto. Come fai a negare così l'evidenza?  E poi, tu, sappi che il capitano del Toro è un muro granata, non è mica una farfallina come tanti altri giocatori che cadono per un soffio nei capelli. Se è crollato, è perché il fallo c'era, eccome. Questo è poco ma sicuro. Non permetterti mai più!

La ferita brucia, brucia, come brucia l'ingiustizia.  Va bene che siamo abituati, ma siamo anche stanchi: così proprio non va, è incredibile, oggettivamente. Spiace che il calcio sia diventato questo, come spiace anche che sia partito qualche coro offensivo da parte della curva, è stato un errore dettato dalla rabbia per cui non ci sono scusanti. Anzi, credo che da questi continui episodi a sfavore dei colori granata, dobbiamo mostrarci superiori, anche se è la cosa più difficile da fare quando il sangue ribolle nelle vene. Ma possiamo farlo. È sempre stato così: ciò che non ci ha ucciso, ci ha reso più forti. Ora, è uno di quei momenti in cui non abbiamo altra scelta se non quella di essere più forti delle ingiustizie che aleggiano intorno a noi. Forza Toro!

 

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