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Toro, seconde linee poco ruggenti…

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Il Granata della Porta Accanto / Torna la rubrica di Alessandro Costantino: "Non tutte le riserve hanno pienamente convinto nella gara contro il Carpi, così come Belotti e Niang…"
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Il Torino supera abbastanza agevolmente il Carpi e si conquista il diritto a sfidare la Roma negli ottavi di finale della Coppa Italia. Se Mihajlovic dalla partita di mercoledì si aspettava risposte chiare sia dagli attaccanti titolari che dalle numerose riserve, a dispetto delle dichiarazioni di facciata, non sarà rimasto completamente soddisfatto. Risultato e qualificazione non sono mai stati in discussione durante tutti i novanta minuti e questo era sicuramente l'obbiettivo primario. È stata anche evitata una partita come quella col Pisa della scorsa stagione, ma dire che si sia visto un Torino bello e convincente sarebbe davvero esagerato: il Carpi ha cercato di difendersi con grande agonismo ma è parso un avversario modesto e molto “spuntato”. Fatta la tara, quindi, alla squadra ospite, è superfluo sottolineare che ci si sarebbe aspettato qualcosa in più da parte dei ragazzi di Mihajlovic, non tanto dal punto di vista realizzativo quanto dal punto di vista della mole di gioco e di occasioni create.

Iago Falque non ha tradito ed ha sbloccato la gara seguito dal colpo di testa vincente di Belotti. Ecco il Gallo. Doveva essere la partita in cui poteva ritrovare il feeling con il gol e così in effetti è stato. Anche sul piano della grinta e della corsa è stato il Belotti di sempre. Non si può evitare però di essere un po' preoccupati per le tre occasioni clamorose che ha sprecato, sintomo che il ritorno ad un rendimento realizzativo di altissimo livello pare ancora lungi dall'essere cosa fatta. Due assist fanno primavera? Parliamo di Niang, autore degli assist per le due marcature granata, ma francamente poco incisivo in tutte le altre sue giocate. È lodevole che l'allenatore lo difenda dai fischi piovuti dagli spalti al momento del cambio, ma il franco senegalese è ancora troppo lontano dell'essere un giocatore decisivo per il Toro e, sebbene abbia fatto più movimento del solito, neppure contro una squadra di serie B ha fatto vedere di poter valere i famosi quindici milioni concordati col Milan per il suo acquisto.

L'attenzione di molti tifosi era, però, rivolta alle cosiddette seconde linee. Non so se sarà una meteora o diventerà un gran portiere ma l'esordio di Milinkovic Savic in maglia granata sarà ricordato per sempre per la traversa colpita al 93’ con una super bomba su punizione: pochi centimetri e il portierone serbo avrebbe scritto una pagina indelebile della storia granata. Lyanco e Bonifazi hanno confermato talento e personalità con il primo leggermente più avanti del secondo. Bonifazi, anche lui all'esordio assoluto nel Toro, non ha patito dietro ma ha palesato qualche incertezza in più nella fase di costruzione dal basso sbagliando qualche pallone di troppo. Molinaro è un altro caso strano: gioca da veterano consumato con parecchia sagacia tattica, poi immancabilmente si macchia di errori che un giocatore della sua esperienza non dovrebbe mai compiere (vedi retropassaggio molle ed orizzontale sul quale Malcore si fionda e per poco non fa gol). Mistero… A centrocampo si è rivisto Valdifiori, ma anche lui non ha fatto faville: poca interdizione (si sa) poca regia (e questo stupisce di più), pochissimi lanci e quasi tutti sbagliati. Ancora una volta si conferma che forse Empoli era la sua vera dimensione e il salto al Napoli è stato un azzardo. Su Acquah invece sto elaborando una nuova teoria. Deve avere sangue brasiliano perché appena arriva il freddo smette di giocare al suo livello: l'anno scorso esplose in primavera, quest'anno speriamo ritrovi la condizione un po' prima. Il vero mio cruccio personale è Boyè. Per me è tecnicamente un fenomeno: controllo palla superiore alla media, facilità estrema nel saltare l'uomo. Peccato che da lì in poi sbagli tutte le scelte sia al tiro che nei passaggi. Possibile che non ci sia qualcuno dello staff che sappia dargli qualche rudimento tattico su cosa fare una volta che ha creato la superiorità? Stiamo parlando di un giocatore che non sarà mai un bomber, ma che potenzialmente è una mezzapunta devastante per tecnica e fisico. Qualcuno lo aiuti a collegare i piedi alla testa!

Infine Edera e Gustafson. Il prodotto del vivaio granata è entrato benissimo in partita giocando un quarto d'ora fatto di spunti interessanti con il solito quasi gol. Sinceramente non capisco perché non abbia più chances anche in campionato. Se Niang avesse la metà della voglia di Edera sarebbe al PSG. Anche lo svedese ha giocato una mezz'oretta di buon livello dimostrando fondamentalmente due cose: ha i piedi e i tempi di gioco giusti per far correre la palla e verticalizzare quando necessario (splendida l'imbeccata per Belotti che poi ha trovato la parata del portiere del Carpi), ma non ha il fisico e la cattiveria agonistica per giocare ad alto livello. Almeno non adesso. Se il Toro giocasse con un rombo a centrocampo potrebbe essere il vice Ljajic nel vertice alto: fino ad allora tanta palestra o prestito, magari in Spagna dove si gioca più offensivamente (in Serie B italiana lo massacrerebbero).

Insomma, il Toro bis non è scarso ma i suoi componenti non credo abbiano impressionato più di tanto Miha. Contro l'Atalanta non mi stupirei di vedere i soliti titolari dell'ultimo periodo.

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.

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