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La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Inviateci agli indirizzi redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito.
Ecco oggi un altro racconto inviato da uno dei nostri affezionati lettori su come si è innamorato della maglia e della storia del Toro, unica e particolare in ogni suo aspetto. Chi volesse può inviare una lettera simile agli indirizzi mail soprastanti.
Scrivo questa lettera dopo aver pianto per l’ennesima volta sulle note di “Quel giorno di pioggia”. Dall’altra parte del mondo. Da solo. Mi chiamo Tommaso, ho diciassette anni e la verità è che niente mi emoziona come il Toro. Sono stato cresciuto da una famiglia granata da quattro generazioni, andando allo stadio ogni domenica, con mio papà e mio nonno. Abbiamo tutti e tre in comune la precocità del tifo, infatti siamo stati tutti portati allo stadio (uno al Filadelfia, uno al Comunale e io al Delle Alpi) quando ancora non avevamo imparato bene a parlare.
Quest’anno sono lontano dai ragazzi, sono a Filadelfia (proprio lei) per studiare e non so se mi manchi più la mia famiglia o la mia famiglia granata. Qualcuno mi ha detto: “Nel 2018 non ti perdi nulla, puoi guardarti tutte le partite tranquillamente.” E invece mi perdo un sacco di cose: le urla di Venneri, le nostre urla, il battito di mani a ritmo durante l’inno, l’adrenalina del derby, la gioia condivisa dopo un goal.
Tuttavia dall’altra parte dell’oceano ci sarà un ragazzo biondo con la sua maglia del Torino che non riesce a respirare per la tensione pre-partita, che gioirà e soffrirà con voi e che urlerà, per la prima volta da solo, il nome del Gallo dopo i suoi goal e soprattutto: “Forza Toro”.
Grazie papà, grazie nonno: il Toro è stato il regalo migliore che poteste farmi.
Tommaso Capra
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