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Toro, serve più amor proprio

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Occhi sgranata / "Per cui ora è il momento di rimboccarsi le maniche, pochi proclami, poche parole e tanti fatti"
Vincenzo Chiarizia

La delusione che ha lasciato il pareggio con il Verona è tanta. Vincere 2-0 contro una squadra che probabilmente lotterà fino alla fine per la salvezza e farsi rimontare, permettendo agli avversari di mettere a segno in trasferta due dei tre gol segnati fino ad oggi, è qualcosa di davvero assurdo. Oltre al risultato ad essere assurda è stata la sofferenza patita sia all'inizio che alla fine del match. Nei primi venti minuti di Torino-Verona possiamo contare almeno tre nitide occasioni da gol degli ospiti. La prima con Verde che sulla sinistra cerca Cerci, Molinaro intercetta il pallone ma lo mette sui piedi di Kean con quest’ultimo che si fa rimpallare il tiro da ottima posizione, l’azione poi si perde ma in quella situazione il Toro ha rischiato molto.

Il secondo brivido granata arriva dalla triangolazione Caceres-Kean-Caceres che porta l’uruguaiano ad arrivare al tiro di piatto a pochi metri dalla porta di Sirigu, ma per fortuna dei granata il difensore non riesce a centrare la porta. Infine Fares che ben imbeccato da Verde scocca il tiro sul primo palo che Sirigu riesce a respingere. Finalmente si sveglia il Toro e comincia a giocare, passando in vantaggio con la splendida azione che porta al gol di Iago Falque, per poi raddoppiare poco prima la fine del primo tempo con la bella serpentina di Niang.

Dopo l’intervallo il Toro rientra in campo con la stessa scioltezza con cui aveva concluso il primo tempo e Ljajic ha subito la palla del 3-0, ben servito da Belotti, ma inspiegabilmente cicca il pallone per una conclusione che sarebbe stata un rigore in movimento. Poi Niang e poi ancora Belotti sciupano le occasioni per siglare il terzo gol con l’estremo difensore scaligero che si supera. Sembra che la partita sia in totale controllo, ma prima il Toro si espone al contropiede in maniera assurda, visto che si è in casa e in vantaggio di due reti, subendo la conclusione sull’esterno della rete di Ferrari servito in area da Cerci, e poi perde Belotti. Il bomber granata forse sarebbe stato da sostituire prima perché già dolorante, invece poi il mister ha preferito tenerlo in campo. A sostituzioni terminate il Toro indietreggia e subisce le reti del pareggio con il Var (che sembra sbagliare solo contro i granata) e la sciagurata manata di Molinaro in area di rigore.

A mente fredda mi sento di esprimere le seguenti considerazioni: Mihajlovic dice che siamo più forti, e che queste gare dobbiamo vincerle. Ma per dimostrare la forza forse dovremmo fare come fa la Lazio contro il Sassuolo e non fare quello che abbiamo fatto contro il Verona. E se allora noi ci facciamo rimontare due gol dai gialloblù, siamo sicuri di essere tanto forti da puntare all’Europa? Se sì, allora la colpa è solo del mister e a questo punto è ora che cominci a ragionare meglio sul da farsi, perché se il Toro è realmente la corazzata che sembra, che lui ha avallato nella costruzione della rosa (che annovera tra gli elementi nuovi anche gente per ora “dispersa” come Sadiq e Berenguer), allora è bene che questa squadra cominci a giocare con intelligenza e non con paura.

Poi mi chiedo, a parte il fattore economico che è importantissimo, la società, il mister e i giocatori ce l’hanno l’amor proprio? A me sembra di no, o almeno non del tutto. Serve più amore per la maglia e per sé stessi e serve avere più voglia di conquistare il risultato. Mi dispiace, ma reputo tutti responsabili e non salvo nessuno. La società per non aver investito in alternative davanti e in mediana. Al solito siamo partiti con una squadra incompleta e con rincalzi inadeguati come ad esempio Gustafson. Spero contro il Crotone di vedere Sadiq in campo, perché qualora non dovesse scendere sul rettangolo di gioco, significherebbe che non è un giocatore all’altezza di fare il vice Belotti quando a Udine possiamo vedere un Maxi Lopez in grande spolvero. E quindi la società non ce l’ha un po’ di amor proprio per evitare di esporsi anno dopo anno sempre alle stesse critiche? Lo stesso dubbio mi viene per Mihajlovic e i giocatori, perché se tenessero un po’ a loro stessi, le pessime figure del derby e di domenica scorsa (non so quale sia peggiore) non le avrebbero fatte o almeno non una di seguito all’altra.

Infine non è possibile che ogni qualvolta che perdiamo un uomo, la squadra si squagli come neve al sole. In Serie A è un atteggiamento che non ci si può permettere. Oppure quando si va sotto nelle partite attese si perde completamente la testa. Avete visto l’Atalanta contro la Juve? Sotto di due reti si è impegnata a fare meglio senza lasciarsi prendere dall’isteria. Questo è lottare e giocare a calcio. Per cui ora è il momento di rimboccarsi le maniche, pochi proclami, poche parole e tanti fatti.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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