columnist

Toro, settimo posto punto di partenza

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto/ Giusto godere dopo vent'anni di macerie, ma questo deve essere un vero nuovo inizio.Natale 2013: il Toro al settimo posto è il regalo migliore che ogni tifoso granata (Chievo permettendo) avrebbe potuto desiderare....

Il Granata della Porta Accanto/ Giusto godere dopo vent'anni di macerie, ma questo deve essere un vero nuovo inizio.

Natale 2013: il Toro al settimo posto è il regalo migliore che ogni tifoso granata (Chievo permettendo) avrebbe potuto desiderare. Ed è anche un regalo meritato visti gli ultimi vent'anni ricchi di sofferenze, ma poveri di gioie sportive. E' giusto godere e godersi questo settimo posto, a mente libera: fermarsi un momento, guardare la classifica e gongolarsi perchè si è più vicini a cosa accade ai piani alti piuttosto che a quelli bassi. Mi ha fatto riflettere il fatto che non solo ci sono adolescenti ormai maggiorenni che non hanno mai visto il Toro vincere un derby, ma anche che questi stessi ragazzi non hanno mai visto il Toro in una tale posizione di classifica. Un brivido lungo la schiena accompagna il pensiero che abbiamo rischiato di perdere una generazione di tifosi e che forse è solo grazie alla forza della fede granata tramandata da genitori o nonni o zii se ancor oggi questi giovani sono orgogliosi di essere del Toro. E' per questo, ma non solo, che questo settimo posto deve essere un punto di partenza per costruire un Toro forte certamente sul campo, ma altrettanto fuori dal rettangolo di gioco. Mi spiace dirlo ma sbaglia Petrachi a dire che il calcio è cambiato, che la riconoscenza e l'attaccamento non sono più parte del mondo del pallone. Proprio oggi in conferenza stampa alla rituale ed inevitabile domanda su D'Ambrosio ha detto che era dispiaciuto umanamente parlando ma che queste cose ormai fanno parte del calcio. Sbaglia, e lo ribadisco, perchè per quanto irriconoscente il terzino napoletano possa essere, credo che la società abbia sicuramente sbagliato i tempi per proporgli un rinnovo. Se credi in D'Ambrosio ti muovi per tempo e non fai la classica mossa di chiudere la stalla quando i buoi sono già usciti, cioè offrire 750 mila euro più bonus quando gli altri ne hanno già offerti molti di più... E poi Petrachi è tra quelli che non hanno rinnovato il contratto a Bianchi che invece in quanto ad attaccamento e voglia di rimanere mi pare che non difettasse...Ecco, mi sembra che, al di là del settimo posto, quello su cui si debba insistere sono gli aspetti extra campo, che sono poi quelli su cui si fonda una società sana e "vincente". Nessuno chiede la Champions o gli scudetti, ma una squadra che ogni anno trovi nel settimo posto, posto più, posto meno, la sua dimensione. Una società che trattenga gli elementi migliori adeguandogli per quanto possibile il livello salariale al valore di mercato: se vuoi avere 5-6 giocatori del livello di Cerci il tetto salariale dovrà inevitabilmente attestarsi al milione e trecento o milione e mezzo. Solo allora a fronte di gente che vorrà andare via potrai lamentarti dello scarso attaccamento alla maglia o della mancanza di riconoscenza. Se non si inaugura una politica di consolidamento degli elementi migliori, ogni anno saremo costretti a vedere partire i vari Ogbonna, D'Ambrosio, magari Cerci, sperando di riuscire a trovare nuove perle in fondo al mare. Con il rischio di non riuscirci e di vanificare questi ottimi risultati raggiunti. Le plusvalenze e i risultati non sempre vanno a braccetto purtroppo (Palermo, Genoa, Udinese e Catania insegnano…)E poi Il Filadelfia e il vivaio, due tasti toccati e ritoccati centinaia di volte che non possono non essere ignorati in un progetto di Torino "da settimo posto" e sulla cui importanza il tifoso del Toro non si stancherà mai di insistere.Godiamoci questo momento, è sacrosanto. Ma visto che abbiamo impiegato tanta fatica ad arrivarci non dobbiamo pensare che sia un traguardo ma semplicemente immaginare che sia la condizione ambientale migliore per mettere in piedi un vero progetto di Torino FC forte, sia a livello societario che a livello di risultati sportivi. E' un'occasione unica che si ripresenta dopo quasi vent'anni: non sprechiamola, per favore!