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columnist
Cari amici granata le vacanze sono finite ed un’altra stagione è alle porte, di conseguenza il Saldatore è tornato a dialogare con voi di Toro.
In questi giorni il nostro mondo piange la morte di Don Aldo Rabino, vero punto di riferimento per tutti noi, colui il quale negli anni di contestazioni riusciva comunque con la sua saggezza e carisma a metterci tutti d’accordo, continuando fino alla fine a parlare di unità fra noi tifosi e la squadra tutta, intesa come società e giocatori.
Don Aldo lascia un vuoto che al momento sembra incolmabile e mancherà terribilmente a tutto l’ambiente granata.
Parliamo ora del Toro che si appresta ad iniziare il campionato.
Esattamente quarant’anni fa di questi tempi stava per iniziare quella che per la mia generazione è stata la stagione dei sogni, quella culminata il 16 maggio 1976 con lo scudetto vinto, colorando così di granata tutto il nostro mondo di bambini e facendo sì che il nostro legame con il Toro diventasse indissolubile.
E oggi dopo quarant’anni il Toro sta lentamente tornando alla sua giusta dimensione, la campagna acquisti è stata di ottimo livello con l’innesto di giocatori giovani, ma con la giusta esperienza in serie A, mentre alla voce uscite, nel momento in cui scrivo, si registra solamente il nome di Matteo Darmian emigrato in quel di Manchester, riva United.
Indubbiamente domenica sera, prima della partita con il Pescara, quando ho realizzato che Maksimovic era relegato in panchina, la prima cosa che ho pensato è che la sua esperienza in granata fosse praticamente conclusa, al termine dell’incontro però sono giunte le rassicurazioni da parte di Ventura e di Cairo - ribadite in questi giorni -: un segno inequivocabile da parte della società granata sulla volontà di scalare le posizioni di vertice del calcio italiano.
La partita di domenica è stata la giusta vetrina per poter ammirare i nuovi arrivati e dopo un inizio non proprio brillante il Toro ha entusiasmato i cuori granata.
Su tutti si è elevato Daniele Baselli il quale ha fatto intravedere giocate da calciatore di qualità superiore, ma anche Acquah ed Avelar si sono distinti egregiamente, Obi entrando verso la fine dell’incontro ha dimostrato con un paio di contropiedi di essere rapido e ficcante (purtroppo ne dovremo fare a meno contro il Frosinone), mentre Zappacosta, forse il migliore nelle amichevoli, è rimasto in panchina dimostrando così la bontà della rosa a disposizione di Ventura.
Sui giocatori già in granata lo scorso anno, voglio spendere due parole sul nostro attaccante over size Maxi Lopez, il quale sta diventando l’idolo di noi uomini di mezza età alle prese con la pancetta, lui è la dimostrazione vivente che con la pancetta si può trombare come un riccio e fare ammattire le difese avversarie….
Al momento questo Toro si può davvero considerare il più forte dai tempi di Borsano, nel frattempo in attacco è arrivato Belotti che potrebbe essere il vero colpo a sensazione del nostro mercato e se veramente più nessuno lascerà la maglia granata allora si potrà veramente iniziare a sognare in grande come quarant’anni fa, indubbiamente non potendo ripetere l’impresa di Pulici e compagni, ma perché no, provando a rivincere una Coppa Italia che ridarebbe fasto alla nostra leggendaria maglia….
Concludo con un Forza Toro, sperando che già domenica a Frosinone alla prima di Campionato arrivino i primi tre punti, nel ricordo di Don Aldo e dei troppi tifosi che ci hanno lasciato nell’ultimo periodo.
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