Anche quest’anno vinciamo il derby l’anno prossimo. Questo è quello che esce fuori da una prestazione incolore dei granata nella stracittadina, ma non è una semplice sconfitta. Il derby ha messo in evidenza alcuni aspetti come l’involuzione del gioco del Toro di Mazzarri che è apparsa evidente. I granata non hanno fatto un tiro degno di nota verso la porta di Szczesny, fatta eccezione per quel debole colpo di testa di De Silvestri nel primo tempo. Rispetto alla gestione di Mihajlovic è cambiato il numero di reti subite e l’equilibrio della squadra in campo, ma non è cambiato il numero di punti conquistati. Infatti nelle prime sei giornate del girone di andata il Toro ha ottenuto 11 punti esattamente come quelli ottenuti da Mazzarri da quando siede sulla panchina granata dall’inizio del girone di ritorno. Questo dato fa riflettere perché, senza voler criticare il lavoro del tecnico toscano che è l’ultimo dei colpevoli, l’esonero di Mihajlovic rappresenta il volersi nascondere dietro a un dito. La squadra allestita in estate è mediocre ma, se errare è umano, perseverare nel non voler rinforzare la rosa nel mese di gennaio è stato per così dire diabolico e il derby di domenica ne è stata l’ennesima dimostrazione. Non so come alcuni protagonisti dopo il derby della Mole abbiano osato dire che il Toro non abbia giocato affatto male, fatto sta che ora urge riprendersi, ma Mazzarri deve apportare alcune modifiche essenziali.
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Toro, solo la vittoria a Verona tirerebbe su il morale
La squadra tecnicamente non sarebbe nemmeno male, fatta qualche eccezione, ma è soprattutto caratterialmente che si vede la carenza dei granata. Come prima cosa non si può più far affidamento su Molinaro. Ormai è nella fase involutiva della sua carriera e metterlo a fronteggiare Douglas Costa prima e Bernardeschi poi, è stato un vero suicidio tattico per Mazzarri, dopo quello societario che ha pensato di non rinforzare la rosa in quel ruolo né in estate, né a gennaio. Perché Barreca non gioca più? Per non parlare di Ljajic che, con Mazzarri, è diventato un vero e proprio caso. Se in una partita importante come il derby il mister decide di far entrare Edera e non Ljajic, c’è qualcosa che non va. Intendiamoci, io stravedo per Simone Edera, ma mi sarei aspettato l’ingresso del serbo che, con i suoi guizzi di qualità e la sua maggiore esperienza, avrebbe potuto mettere in seria difficoltà la retroguardia bianconera. Dunque ora il trequartista della nazionale serba si sta deprezzando a causa di una gestione dissennata che l’allenatore, con il consenso della società, sta portando avanti. Ma quale sarà il fine?
Guardando avanti c’è solo un modo per tirare su il morale a tutto l’ambiente, cioè vincere. Ora il tecnico di San Vincenzo ha l’occasione che Mihajlovic non ha saputo cogliere all’andata: i due match contro Verona e Crotone che devono necessariamente portare 6 punti. Qualora così non fosse e con il Milan che ha ingranato definitivamente, l’Europa sarà solo un miraggio. O forse il Toro ci ha già rinunciato visto che l’ex tecnico partenopeo ha detto che non ha mai parlato di Europa. E queste parole contribuiscono a deprimere l’ambiente granata più di quanto già non fosse, ma la depressione non viene dalla sconfitta nella stracittadina, ma da tredici anni di insoddisfazioni in cui i derby hanno generato umiliazioni oppure partite letteralmente non giocate dai granata. Dunque al Bentegodi per il Toro è ammesso un solo risultato e una sola prestazione, altrimenti la strada si complicherebbe ulteriormente, pur distando ancora tre mesi la fine del campionato.
Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.
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