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Toro, su Belotti serve chiarezza o i dubbi rimarranno

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia su TN
Vincenzo Chiarizia

Il Toro di Mihajlovic è un Toro matto. Da squadra pressoché imbattibile in casa ed evanescente fuori con sole due vittorie in tutta la stagione fino a venti giorni fa, è passato a non vincere più tra le mura amiche, collezionando i tre pareggi con Inter, Udinese e Crotone, e ad espugnare in maniera convincente i campi di Cagliari e Chievo. L’ultima partita in particolare ha regalato bellissime certezze. Ljajic è un fantastico trequartista, Baselli è cresciuto molto, Zappacosta si impadronisce della fascia e Falque è tornato ad alti livelli. La notizia è che stavolta Belotti non ha segnato.

Proprio sul nostro centravanti si pone oggi la lente d’ingrandimento, seppur con un pizzico di amarezza. In questa settimana c’è stato un miscuglio di dichiarazioni ufficiali difficilmente digeribili per una squadra come quella del Toro che ambisce a rientrare nell’olimpo del calcio. Perché se questo obiettivo non figura nell’agenda del Toro delle prossime stagioni, Cairo lo dica chiaramente, così almeno i tifosi si metteranno l’anima in pace e valuteranno come trascorrere le domeniche dei prossimi anni.

Nella settimana che ha preceduto il match di Verona abbiamo letto il presidente invitare Belotti a “rimanere almeno un altro anno…”. Almeno un altro anno? Ma quale presidente ambizioso ha questi auspici? Se Cairo volesse fare grande il Toro, dovrebbe dire: “Belotti non si muove. Ho parlato con il giocatore ed è intenzionato a continuare con il Toro. Stiamo lavorando per adeguargli il contratto”. Ecco, queste sarebbero le dichiarazioni di un presidente che vuole portare stabilmente il Toro in Europa. Invece Cairo dichiara “Spero non arrivino i 100 milioni”, quando potrebbe dire “I tifosi non devono preoccuparsi. Anche se arriva qualcuno disposto a pagare i 100 milioni il Gallo vuole restare con noi.” Certo, qualcuno potrebbe anche obiettare che se il presidente non si espone in tal senso è perché in realtà lo stesso Belotti potrebbe avere intenzioni opposte. Ma il dubbio resta: qual è la linea societaria?

In secondo luogo, quale società consentirebbe dichiarazione dei propri tesserati come quella di Ljajic nella conferenza stampa prima di Chievo-Torino, secondo il quale Belotti farebbe bene ad accettare offerte milionarie di altre squadre? E’ vero che il giocatore ha esternato un proprio pensiero, del tutto legittimo se lo leggiamo attraverso gli occhi di un professionista, ma se l’idea della società è quella di crescere realmente, nessun tesserato dovrebbe rilasciare dichiarazioni di questo tenore sul giocatore più rappresentativo della rosa. Ve l’immaginate Perisic parlare allo stesso modo di Icardi? Non si può che restare disorientati di fronte a questo incessante tam tam sul futuro, incerto, di Belotti che ottiene solo il risultato di spegnere l’entusiasmo dei tifosi granata.

Da quando c’è Urbano Cairo alla presidenza del Toro, dal fallimento societario del 2005, abbiamo raggiunto la stabilità in Serie A e di questo i tifosi gliene saranno sempre grati, ma non si può vivere guardando sempre e soltanto alle azioni passate del presidente, perché anche la gratitudine può entrare a far parte del passato. I tifosi vogliono certezze sulla crescita e sul futuro del Toro.

La conferma di Belotti come punto fermo della squadra futura rappresenterebbe un vero salto di qualità nella visione del Toro da parte del presidente Cairo, nonché un segnale di discontinuità rispetto al classico andamento (molto triste per tanti tifosi) delle carriere dei potenziali top player che non militano nei grossi club europei.

 

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata

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