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Toro: tanti rinnovi, tante strategie diverse

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Il Granata della Porta Accanto / Da Maxi Lopez ai senatori, da Bruno Peres a (speriamo) il capitano, la società Torino non improvvisa più, ma programma ogni mossa
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Non credo sia assolutamente un caso che a breve distanza dal rinnovo di Ventura il Torino abbia fatto la stessa mossa nel giro di appena una settimana con ben sei calciatori dell'attuale rosa. Gli input del mister sono stati recepiti e trasformati in azioni dal presidente Cairo il quale, con Petrachi, questa volta non ha perso tempo ed ha blindato un certo numero di giocatori ritenuti evidentemente importanti nell'economia del progetto granata.

In attesa del rinnovo più atteso, quello di Capitan Glik, che ci auguriamo arrivi a breve, è interessante, però, notare come tutti questi rinnovi abbiano dietro strategie differenti, ognuna funzionale a diversi scenari futuri.

Partendo da Maxi Lopez, il prolungamento del contratto del bomber argentino è stato quello sicuramente più sorprendente viste le burrascose ed infruttuose trattative intercorse sin dall'estate tra l'entourage del giocatore e la società. Il valore del giocatore non si discute, la sua "rinascita" qui a Torino neppure, ma i dubbi sulla forma fisica e l'utilizzo col contagocce da parte di Ventura personalmente mi inducevano a pensare che “el galina” avrebbe cambiato aria. Felicissimo di essere stato smentito nel mio pessimismo, ora però mi auguro che Ventura non si contraddica e faccia giocare Maxi con più continuità: la squadra con lui in campo gioca meglio e riesce a stare quei dieci-quindici metri più alta ed, inoltre, cosa non secondaria, chiunque giochi accanto a lui come seconda punta rende di più. Un delitto tenerlo in panchina, a maggior ragione ora che è un patrimonio del Toro a tutti gli effetti. Visto il calo di Quagliarella insisterei per qualche partita sulla coppia Maxi-Belotti e sono pronto a scommettere che il bomber bergamasco si sbloccherebbe con a fianco una spalla navigata e di classe come l'argentino.

Gazzi, Vives, Moretti e Bovo, i senatori del Toro: il loro rinnovo era nell'aria e si è concretizzato quasi in contemporanea con quello di Ventura che ha voluto con sé i suoi "pretoriani" ancora un anno. Anche qui la strategia è piuttosto chiara: il calcio non è una scienza esatta, ma si basa su fragili equilibri e quelli del Toro venturiano non possono prescindere dalla presenza in campo e fuori di questi quattro giocatori. Forse non saranno campioni, ma, affidabili quanto seri, in un modo o nell'altro sono diventati pilastri dell'architettura venturiana ed in una logica di continuità è giusto che rimangano. Piuttosto c'è da augurarsi che il concetto di "chioccia" per futuri sostituti diventi un fatto concreto e non solo un ruolo ideale. Senza veri ricambi, pronti ed affidabili, nel momento in cui i senatori arriveranno a fine corsa saranno dolori perché si dovrà ricostruire da zero con tutti i rischi annessi e connessi.

Infine grande gioia ha portato sapere che Bruno Peres, forse il giocatore assieme a Baselli e Maxi Lopez coi piedi migliori di questa rosa, ha firmato fino al 2020 con (sacrosanto) adeguamento di ingaggio. Con questa firma il giocatore ha dimostrato di avere la testa sulle spalle e di non stare poi tanto male a Torino, però, ahimè, questo non vuol dire assolutamente che ci godremo i suoi numeri e le sue scorribande fino a quella data. Le probabilità che in una qualche sessione di mercato futura il terzino brasiliano parta sono comunque alte se continuerà a dimostrare di essere un giocatore sopra la media. La buona notizia è che Bruno Peres, firmando il rinnovo, permetterà al Torino di poter trattare una sua eventuale cessione col coltello dalla parte del manico, spuntando di sicuro una cifra da capogiro se mai dovesse partire. E senza l'ansia di doverlo vendere a tutti i costi. Un bel gesto da parte del brasiliano che mostra grande riconoscenza verso chi lo ha fatto conoscere al "grande calcio". Se poi il Toro centrasse traguardi importanti in campionato (Europa League, ad esempio) chi dice che Peres non rimarrebbe anche più volentieri? Non vorrei sbagliarmi, ma penso che Bruno stia sperando di coronare il sogno di essere convocato nella Seleçao e sa che giocando con continuità al Toro, piuttosto che rischiando la panchina in un top club, ha maggiori chance di arrivarci.

In conclusione credo che al di là del giudizio tecnico e delle simpatie o antipatie che ognuno di noi naturalmente prova verso questo o quell'altro giocatore, tutti questi rinnovi dicano una cosa inequivocabile: il Torino società non improvvisa più. Ed è questa forse la più bella notizia per noi tifosi.

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