Il Debrecen non è il Brommapojkarna. La squadra ungherese gioca in uno stadio che al momento è un gioiellino di 20000 spettatori rispetto al Moccagatta di Alessandria, stadio di 6000 spettatori che ospiterà il Toro nell’andata del secondo turno preliminare. Ha anche un seguito di tifosi diverso rispetto alla squadra svedese che il Toro affrontò nell’esordio dell’Europa League del 2014, tuttavia resta un’avversaria ampiamente alla portata del Toro. Certo, resta da giocarsi il ritorno in terra albanese dove il Kukesi tenterà di ribaltare il risultato, ma oramai è ampiamente pronosticabile che saranno gli ungheresi a sfidare il Toro ad Alessandria. Mister Mazzarri fa bene a premere sulla concentrazione e anche Ansaldi sottolinea come l’aspetto mentale del gruppo al momento sia focalizzato al 25 luglio prossimo. Questo perché ci sono alcune differenze che rispetto a cinque anni fa che consiglierebbero maggiore cautela.
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Toro: tanto entusiasmo, ma il presidente lo anestetizza
Intanto partiamo dalla differenza di tempistiche. Allora il Torino si radunò il 30 giugno 2014 per giocare l’andata alla Tele2 Arena contro i rossoneri svedesi il 31 luglio 2014. Dunque un mese di preparazione per una partita sulla carta facile e che anche in pratica si manifestò agevole. Quest’anno il Torino si è radunato al Filadelfia il 4 luglio scorso con il primo impegno ufficiale datato come detto al prossimo 25 luglio. Dunque quest’anno i granata si presenteranno al secondo turno preliminare con ben 10 giorni di preparazione estiva in meno rispetto al 2014 e contro una squadra all’apparenza più forte del Brommapojkarna di allora, avanti nella preparazione atletica e con già due gare ufficiali sulle gambe. Le difficoltà delle italiane nel turno preliminare negli ultimi anni (vedi Sampdoria e Atalanta) sono anche un chiaro avvertimento di come siano diverse le cose rispetto a cinque anni fa.
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Ripeto che l’organico attuale del Toro è ampiamente alla portata di questo primo impegno, tuttavia l’atteggiamento societario al momento risulta alquanto incomprensibile. Incomprensibile è il fatto di non rinforzare la squadra con i pochi elementi che servono alla causa e che abbiano esperienza europea. Incomprensibile è ritrovarsi ancora con la casella secondo portiere vacante. Incomprensibile scegliere di andare a giocare ad Alessandria un match che, se giocato altrove, potrebbe garantire un incasso maggiore. L’Atalanta può andare a giocare al Mapei Stadium a circa 200 chilometri di distanza e non possiamo farlo noi? Incomprensibile è la sistematicità con cui il presidente Cairo rilasci dichiarazioni che inevitabilmente tendono a smorzare l’entusiasmo dei tifosi.
Conferma in blocco la rosa e il tifo chiaramente è contento, soprattutto perché Cairo dice di voler investire su 3 innesti mirati. Poi questi tre innesti diventano due acquisti. E per fare questi due innesti si lascia passare del tempo, con soli tredici giorni al 25 luglio. Poi il presidente per spiegare il temporeggiare sul mercato dichiara “Siamo a posto con i titolari e ne abbiamo anche più di 11. Poi si deve stare attenti alle spese, si devono fare tanti punti ma senza avere handicap economici, la compatibilità economica è importante. Arriveranno due innesti, magari uno titolare”. Quindi ricapitolando da tre acquisti mirati per far alzare il tasso tecnico della squadra, il presidente Cairo dice che bisogna fare attenzione alle spese e che alla fine ne arriveranno due e che forse uno sarà un titolare…. In pratica dice che forse arriverà solo un giocatore che alzerà il tasso tecnico della squadra. Roba da far cadere le braccia.
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Purtroppo queste questioni – mercato e atteggiamento societario – non miglioreranno certo dall’oggi al domani. E dunque in attesa che veramente almeno un rinforzo sia un titolare capace di migliorare la rosa del Toro, spingiamo i nostri ragazzi a dare il massimo in questi ultimi giorni prima dell’impegno europeo ad Alessandria.
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