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Toro, tempo di tirare le somme

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Lo Psicologo Granata / Torna la rubrica di Riccardo Agnello: una stagione di grandi cambiamenti, emozioni e qualche rimpianto.
Riccardo Agnello

Quella appena terminata è stata una stagione di grandi cambiamenti: allenatore nuovo con conseguente cambio di modulo e di mentalità, diversi cambiamenti nella rosa che hanno portato a cessioni importanti come Glik, Peres e Maksimovic, ma anche acquisti altrettanto importanti, come Ljajic, Falque, Hart e Valdifiori. Il nono posto finale, forse, guardando alle rose delle squadre arrivate davanti (esclusa la sorpresa Atalanta) è pressappoco quello che si poteva pronosticare a inizio stagione, posizione più, posizione meno. Era oggettivamente difficile pensare che il Toro, alla prima stagione di un nuovo corso tecnico, potesse già entrare nel sestetto Europa mettendosi dietro squadre tipo Fiorentina, Inter, Milan e Lazio. Per far sì che si potesse lottare con più convinzione per tale obiettivo, forse, sarebbe stato necessario fare un maggiore sforzo per il reparto arretrato, nota dolente di una stagione che ha visto il Toro subire la bellezza di 66 gol (nella retrocessione del 2009 furono 61); guardando ai 71 gol fatti, ovviamente, qualche rimpianto in più viene fuori.

Rimpianti o meno, è innegabile a livello di emotivo, questa stagione è stata molto ricca. Infatti per quanto si possa essere delusi (o contenti) del piazzamento raggiunto, non si può certo dire che ci si è annoiati a guardare le partite del Toro. Nel bene o nel male sono state comunque partite ricche di emozioni e molto spesso altalenanti, partite il cui risultato è stato ribaltato più volte e con moltissimi gol (segnati e subiti). Se non altro la squadra ha sempre messo in campo una grande intensità e spesso ha letteralmente buttato il cuore oltre l'ostacolo; l'esempio più eclatante è il derby dello Stadium dove anche in 10 i ragazzi sono riusciti a portare a casa un pareggio che vale come una vittoria. La speranza è che la prossima stagione si possano rivivere le stessa emozioni, magari con qualche risultato positivo i più e con qualche altalena in meno. Per questo, però c'è bisogno che la società assecondi in pieno il mister nelle richieste e si impegni come si deve per rinforzare una squadra che parte già da ottime basi, facendo quel passo in più che nello scorso mercato non è stato fatto.

Alla prossima dal vostro Psicologo del Toro!!

Laureato in Economia, gestisco un negozio di caffè che trasformo clandestinamente in uno studio in cui esercito la professione di psicologo dedicato ai miei compagni di tifo; 30 anni, da 24 abbonato in maratona ho imparato a comprendere il comportamento di ogni singolo fenotipo di tifoso del Toro e mi diverto ad analizzarlo. Al quinto anno sulle colonne di TN, ecco a voi lo Psicologo del Toro!

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