Dopo aver archiviato un’altra giornata di campionato il Toro, da brava formichina, ha portato a casa un altro piccolo mattoncino su cui costruire la propria salvezza. I punti di vantaggio sulle ultime della classe, quando mancano undici giornate al termine del torneo sono ormai 11, 12 considerando gli scontri diretti contro Siena e Pescara. Possiamo tranquillamente affermare che la salvezza è praticamente conquistata. Tranquilli: mentre scrivo questa mia opinione stringo forte con la mano sinistra un ferro di cavallo ed un cornetto!
columnist
Toro, ti manca veramente poco
Ieri contro il Palermo abbiamo assistito all’ennesimo pareggio, e soprattutto all’ennesimo pareggio per 0 a 0. Al termine dell’incontro ho sentito molti fratelli granata amareggiati dall’esito della partita, alcuni dicevano che questa era stata l’ennesima occasione persa per allontanarci definitivamente dalla zona calda della classifica, altri addirittura dichiaravano che col calendario che ci aspetta probabilmente saremmo stati risucchiati nella bagarre per salvarci.
Mi permetto di dissentire con questi amici, a mio modesto avviso la partita di ieri era da prendere con le molle per svariati motivi che andrò ora ad elencare: storicamente il Toro quando si trova davanti agli ultimi della classifica tende a travestirsi da Babbo Natale e riesce nell’intento di resuscitare tutti i Lazzaro di questo mondo. Il Palermo è una squadra sicuramente migliore di altre che si trovano sul fondo della classifica e paga probabilmente le scelte scriteriate degli ultimi anni di Zamparini, ed infine temevo che dopo la rocambolesca sconfitta di Cagliari la squadra potesse risentirne a livello psicologico.
La partita di ieri abbiamo visto tutti come si è dipanata, per la terza occasione consecutiva la squadra avversaria venuta a Torino non si è mai resa pericolosa avendo come unico obiettivo quello di portare a casa lo 0 a 0. Ciò che secondo me è da rimarcare è il fatto che se per Sampdoria ed Atalanta il risultato di parità era utile, per il Palermo invece il pareggio serviva a ben poco, ma evidentemente l’organizzazione di gioco della nostra squadra impensierisce alquanto i tecnici delle squadre di livello medio basso.
Parliamo un po’ ora del Toro e soprattutto di quello che manca in previsione futura: Gillet è una sicurezza, in difesa Darmian e D’Ambrosio si equivalgono e spiace davvero che uno dei due debba settimanalmente stare fuori, Masiello fa il suo, ma sicuramente in futuro si dovrà intervenire su quella fascia, in mezzo alla difesa Glik e Rodriguez sono monumentali e bisogna assolutamente riscattare la seconda metà di Camillone e rinnovare al più presto il contratto del Pelado, così come è necessario recuperare quanto prima il miglior Ogbonna, magari anche in previsione di una sua eventuale cessione. A centrocampo Gazzi è come sempre superlativo, così come Brighi, peccato che contro l’incontrista riminese parli una non perfetta tenuta fisica, un’età non più giovanissima ed il fatto che sia qui semplicemente in prestito, per quanto riguarda gli altri centrocampisti Vives fa quello che può, e forse la serie A per lui è davvero una categoria difficile, mentre al contrario non riesco a capire il perché Basha da mesi non veda più il campo. Arriviamo all’attacco e qui ci sono le vere note dolenti, Cerci ha dimostrato di essere il valore aggiunto della squadra e su di lui si dovrà costruire il futuro attacco del Toro, Santana dopo un ottimo inizio si sta pian piano spegnendo vittima di infortuni continui, Stevanovic continua ad essere discontinuo, ma dalla sua parla la giovane età ed un potenziale non ancora del tutto scoperto, Birsa al contrario è in prestito e al momento sinceramente non ha convinto del tutto, Barreto dopo due buone prestazioni a Pescara ed a San Siro contro l’Inter, si è gradualmente spento fino ad essere impalpabile ieri contro i rosanero. E cosa dire di Meggiorni il quale sa giocare bene e segnare solo contro l’Inter. Spiace dirlo ma l’ennesimo gol fallito ieri pomeriggio grida vendetta. Arriviamo infine a Bianchi che nonostante tutti i suoi limiti tecnici, lì davanti continua ad essere il nostro attaccante più pericoloso.
Ecco perché ieri al termine della partita io non ero assolutamente deluso, nel gioco del calcio se non si segna non si vince, e la nostra squadra in casa contro le squadre che si chiudono fa davvero fatica.
Per certi versi sarà più facile affrontare fra le proprie mura le romane ed il Napoli in quanto queste squadre ci affronteranno a viso aperto consentendoci di avere più spazi nelle ripartenze, ma quello che continuerà a mancarci sempre da qui a fine campionato sarà un finalizzatore freddo ed implacabile. Qualcuno ha mai pensato cosa sarebbe stato il Toro attuale con davanti un Di Natale oppure semplicemente un Ferrante? Quanti punti in più si avrebbero in classifica?
Ecco qual è il vero unico e grande limite di questa squadra, ci manca un attaccante che sappia concludere il lavoro iniziato dai compagni di squadra, perchè se non si punge non si fa male!
Concludendo credo, ma soprattutto spero, che questo sia un anno di transizione e che già dalla prossima stagione si intervenga dove è necessario, perché manca veramente poco affinchè questo Toro possa ritornare stabilmente dove gli compete e cioè nella parte sinistra della classifica di Serie A.
Beppe Pagliano
(foto M. Dreosti)
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