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Toro, tra ricordi e buoni propositi

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Granatina/ A fine anno si tirano le somme, con la voglia di ripartire al meglio
Roberta Picco

Eccoci qui, giunti alla fine di un altro anno da cuori granata, sempre messi a dura prova da un sacco di emozioni. Un anno ricco di avvenimenti, belli e brutti, che, come tutti gli anni, in questi giorni, ci piace ricordare. Ricordiamo volentieri l'affermazione di un grande campione come Alessio Cerci che, con la maglia del Toro, ha conquistato la Nazionale e, con lui, l'arrivo di Immobile: insieme, formano una coppia d'attacco d'altri tempi. Ripensiamo con il sorriso sulle labbra all'emozione nel vedere moltissimi bambini il 4 maggio a Superga, segno che la “malattia che non va più via” è ancora molto contagiosa! Ringraziamo la nostra Primavera che mantiene sempre le vette della classifica e ci fa ben sperare per il futuro del Toro. Ricordiamo con orgoglio il nostro ex-capitano Rolando Bianchi, che ha davvero dato molto per questa maglia e siamo fieri del nuovo, Kamil Glik, che si batte sempre come un guerriero senza egoismo e con il sorriso sulle labbra. Quest'anno è anche stato l'anno di molte novità nella rosa granata, novità di cui si poteva essere scettici, ma che spesso ci hanno piacevolmente stupito. E poi il 2013 è l'anno del settimo posto in classifica, mica poco!

Ma non è tutto oro ciò che luccica. Il 2013 è anche stato segnato dall' ombra delle squalifiche, che ci hanno fatto perdere per mesi giocatori importanti, tra cui, il grande assente Gillet. Poi c'è stata la questione Ogbonna che ha alzato un polverone degno di una tempesta di sabbia nel Sahara, questione su cui avrei da dire la mia, dato che, in fondo, non ci è poi andata così male: se ci pensate bene, quelli là, i pigiami si intende, per il nostro Angelo, hanno poi speso quasi il doppio rispetto a ciò che han speso per Tevez. Una figura abbastanza da polli, permettetemi, dato che, Ogbonna è spesso in panca e l'altro, per quanto criticabile sotto tanti punti di vista, ha una potenziale calcistico inversamente proporzionale al suo aspetto fisico, non so se mi spiego.

Ma non parliamo più di strisce che altrimenti ci viene il mal di vivere: è arrivato il momento di pensare al nostro Toro e al nostro futuro, sempre in salita, mai facile, ma che, allo stesso tempo, vogliamo sia in ascesa verso il posto che gli spetta, tra le grandi. Da tifosi, direi che dobbiamo farci un unico, grande proposito per il nuovo anno: imparare a essere meno pessimisti e lamentarci un po' meno, anche se, ammetto, a volte le ingiustizie sembrano palesi. Ma noi siamo il Toro, gente, e dobbiamo camminare a testa alta, tenere i piedi per terra, provando a sognare qualcosa di più grande. Soprattutto dobbiamo imparare a fidarci della nostra squadra e dei nostri ragazzi, che non sono da meno rispetto a tante grandi squadre della serie A. Quindi, avanti tutta verso questo 2014, che sia, si spera, favolosamente, irrimediabilmente, granata!

Auguri a tutti dalla vostra Granatina!

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