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columnist
Arriviamo a Udine già sapendo che ad Halloween, i mostri che ci aspettano, si vestiranno tutti a strisce. Raccapricciante. Ma nel primo tempo non ci fanno troppa paura.
Neanche un quarto d’ora e Ljajic cinguetta con Belotti una palla che viene indirizzata a Benassi, ed è gol! Vantaggio.
L’Udinese è rocciosa sia in attacco che in difesa. Però ha di buono – evviva! – che è imprecisa. Kums e Zapata nel primo tempo provano il tiro, la porta sanno solo a grandi linee dov’è, infatti non la trovano. Anche Fofana si avvicina al gol senza trovarlo. Peccato vederlo in macabro completo a strisce – avrà pensato Petrachi, stasera – e non di granata vestito. Comunque il nostro Baselli se lo è trovato davanti e spesso dietro, senza più la palla che gli aveva appena strappato. Bravo Daniele.
Il secondo tempo ci ricorda che se una squadra gli attaccanti ce li ha rocciosi, prima a poi te li scaglia addosso. In dieci minuti Hart incassa due gol, rilasciando regolare scontrino. Non poteva inventarsi altro. Il primo gol, firmato Thereau con lascia passare di Rossettini. Il secondo, a firma di Zapata e controfirma di tutta la difesa granata.
La difesa rocciosa o la prendi a spallate – e Maxi ci ha provato – o gli scivoli dentro e con destrezza punti, carichi, tiri: Ljajic gol. Ljajic bisogna prenderlo così: quando pensi che sia uscito dal campo perché nessuno l’ha più visto, riappare e pareggia. Delneri, a fine partita, dichiara che Mihajlovic ha in mano un’ottima rosa che sicuramente non lotterà per la salvezza.
Delneri, grazie. Halloween non è serata per stare a dire che noi, veramente… cioè… potendo…eravamo convinti di giocare per l’Europa. Forse le prime partite ci hanno fatto apparire come folletti sconclusionati, ma in realtà sapevamo di essere molto di più. Forse tre vittorie consecutive ci hanno convinti di essere vampiri dall’invidiabile forma fisica e mentale, assetati di gol, ma in realtà neanche questo, siamo. Il Toro puro, quello senza chiacchiere intorno, è quello dei pareggi con la Lazio e l’Udinese, probabilmente. Piedi buoni e gioco strutturato, a volte distratto.
Nulla di mediocre, ma non troppo lontano dalla media.
Nulla di meglio che conoscere se stessi, per migliorare.
Anche per Miha c’è spazio di miglioramento, perché Ventura era compassato, ma un’espulsione e un’ammonizione dalla panchina sanno di dolcetto o scherzetto, nel pareggio di Halloween.
Ultima considerazione da strega per Miha: magari, avessi avuto ragione tu, in conferenza stampa, nel dire che il Toro in casa gioca da uomo e fuori, da femmina! Una donna, sull’uno a zero, la partita l’avrebbe messa in freezer e congelata. Chiedi a tua moglie, ma non alla Codacons, che in questo periodo ha poco lavoro…
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