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Toro: tre punti per la serenità, ma basta blackout

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Occhi Sgranata / Torna la rubrica di Vincenzo Chiarizia: "E’ vero, c’è stata l’interruzione, ma il primo tempo dopo la sospensione è stato a dir poco imbarazzante"
Vincenzo Chiarizia

Dunque abbiamo voltato pagina e la partita con la Spal è stata la solita gara di questo Toro di inizio anno. E’ vero, c’è stata l’interruzione, ma il primo tempo dopo la sospensione è stato a dir poco imbarazzante. Un Toro che contro la Spal, un’ottima Spal, è riuscito a creare solo il cross di Iago Falque che ha tagliato l’area piccola. Davvero troppo poco, soprattutto se parliamo di partite che sarebbero abbordabili. Dunque ci ha pensato Nkoulou a sbloccare la gara, con uno stacco imperioso che ha dato la possibilità al Toro di ottenere i primi tre punti. Se consideriamo il buon momento di forma degli ospiti, il solito blackout granata della prima frazione, possiamo dire che è stato un buon risultato. Di certo il Toro deve migliorare dal punto di vista mentale, perché non è ammissibile continuare a regalare un tempo agli avversari, e deve anche migliorare, anche alla svelta, i meccanismi difensivi. Sì perché anche contro la Spal, soprattutto nelle situazioni di palla inattiva, si è avuta l’impressione che il Toro soffrisse troppo le situazioni che si venivano  creare.

Finalmente si è visto il tandem di attacco Belotti – Zaza, con il lucano stranamente acclamato dallo stadio, come se il suo passato fosse stato cancellato con un colpo di spugna. Ripetiamo quanto scritto in precedenza, Zaza in quel derby di Coppa Italia si comportò come il direttore di gara gli consentì di fare, ma resta il fatto che in campo fu scorretto nei confronti dei granata. Ecco la ragione per la quale crediamo che probabilmente, per rispetto dei giocatori granata come ad esempio Ichazo che subì l’allora arrogante comportamento di Zaza, sarebbe stato più giusto che questo calore fosse riservato all’ex Valencia solo dopo prestazioni degne di nota o per aver dimostrato attaccamento alla maglia.

Speriamo comunque che ora in nazionale Belotti e Zaza possano ancora lavorare assieme e migliorare la loro intesa così che Mazzarri, come proprio sul finale di Torino – Spal, possa riproporre il 3-4-1-2… ma proprio adesso che è partito Ljajic? Questo sarebbe stato il modulo giusto per integrare e coinvolgere l’ex granata al meglio. A questo punto possiamo affermare che la sua partenza oltre a far felice il giocatore, ha probabilmente fatto felice soprattutto Mazzarri che, pur riconoscendone il valore (altrimenti non l’avrebbe mai fatto entrare a San Siro), non vede nel serbo il tipo di calciatore con il quale gli piace lavorare. A rimanere infelici restano Cairo, per la minusvalenza, e parte dei tifosi come me abbagliati dalla tecnica del 10 serbo. L’unico modo per farmi digerire la sua cessione sarebbe stata quella di acquistare un giocatore di pari caratura tecnica e magari con un carattere più maturo. Allora sì che avremmo accettato la sua partenza a cuor leggero. Ma ovviamente il mercato era chiuso.

Ultima stoccata al mercato della società la tiriamo per come è stata gestita la cessione di Mattia Aramu. Giusto cederlo, per non fargli sprecare altro tempo ad ammuffire in granata, ma perché non cederlo prima in Serie B o in altri campionati? Perché costringerlo ad accettare la terza serie nazionale? Possibile che non sono giunte offerte dai cadetti? A questo punto il fatto che sia stato ceduto a titolo definitivo, pur se il Toro manterrà un controllo economico sul cartellino, potrebbe suonare per lui come una liberazione per cercare finalmente il suo percorso. Per quanto riguarda Parigini ed Edera, speriamo che riescano a ritagliarsi lo spazio che meritano.

Vincenzo Chiarizia, giornalista di fede granata, collabora con diverse testate abruzzesi che trattano il calcio dilettantistico, per le quali scrive e svolge telecronache. Quinto di sei figli maschi (quasi tutti granata), lavora e vive a L’Aquila con una compagna per metà granata.

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