columnist

Toro, una giornata dalle emozioni contrastanti

Baselli in Torino-Milan pagellle
Buonanotte granata/ La grande gioia per la rinascita della casa del Toro, e una riflessione sul match, tra nuovi campioni e un ex ritrovato tra i fischi
Cristina Raviola

Sabato 17 ottobre 2015. Una data che rimarrà scolpita nella memoria di tanti. Un giorno di speranza, di ricordo, di rinascita, il tutto condito da quel pizzico di magia che rende la fede nel Toro quella che è: speciale e unica. Per diecimila presenti e per chi, da casa, ha dedicato un pensiero a ciò che stava avvenendo di straordinario a Torino, questo giorno sarà uno di quelli da mettere nel cassettino del cuore, e tirare fuori durante un emozionante racconto in cui rivivremo il nostro essere appartenenti a questa fede.

Una delle cose che amo del Toro è sempre stata questa: l'integrare l'esperienza alla memoria. Per chi, come me, ha avuto nella vita granata la fortuna di poter mescolare il presente con il passato raccontato e letto, uno degli aspetti più romantici di questo tifo è il saperci ascoltare. Alzare il telefono per rubare la malinconia di un aneddoto vissuto quarant'anni fa, leggere negli occhi di un genitore o di un nonno, l'emozione di un ricordo, un nome acclamato, un gol che ha strappato un sussulto. Ci nutriamo della memoria e costruiamo il nostro muretto di esperienze, cementando il tutto con l'amore per questi colori.

 

 

Sabato 17 ottobre è stato e rimarrà uno di questi mattoncini e toccherà a noi riportare e raccontare, con pazienza e impegno, ciò di cui ci siamo nutriti e ciò che abbiamo vissuto, perchè la fiamma sia sempre viva.

Quante emozioni in questo sabato, troppe per un cuore solo. Alla sera, in un pareggio stiracchiato che ci siamo di nuovo costruiti buttando via più di un tempo di gioco, un altro mattoncino per il nostro muro, che completa nella mia memoria la storia di un ragazzo dal talento innegabile e dal carattere bizzoso, a cui il Toro ha dato tanto, e che ha dato tanto al Toro. Un ragazzo alle cui lacrime sul campo amico di Firenze unii le mie, perchè proprio lui ci aveva negato momentaneamente il paradiso.

Ieri fissavo un'ombra in rossonero che assomigliava vagamente a quel ragazzo, mentre i fischi assordanti riempivano le mie e le sue orecchie, e quello che provavo era rabbia e dispiacere. Si è sentito pugnalato alle spalle, ha fatto sapere stamattina, tramite i social. Io continuo a credere che non abbia ancora capito cos'era per lui il Toro, cosa poteva essere e qual era il suo posto nel nostro cuore.

Ho letto un commento alle sue parole da parte di un tifoso rossonero, che sosteneva che noi lo amassimo troppo , e mi sono sentita punta sul vivo. Non è assolutamente vero, noi siamo solo molto arrabbiati, giusto? Non lo stimiamo più, ci ha deluso! Ma, pensando alla stretta al cuore nel guardare quell'ombra lasciare il campo tra le contestazioni, penso che forse, il tifoso rossonero, avesse ragione.

 

 

"Non ci può essere profonda delusione, dove non c'è un amore profondo", queste le parole che hai preso in prestito. Forse, un po'di ragione ce l'hai anche tu, ombra. Ma l'amore in fin dei conti non deve essere questo. Mentre la tua storia con noi si cementa nel suono dei fischi, si aprono i capitoli esaltanti di giovani talenti, volto pulito ed entusiasmo da regalarci con i loro gol, il lavoro e l'umiltà dei piccoli campioncini, e il nostro cuore si riempie del loro calore.

Buonanotte granata...

tutte le notizie di