Al di là del mercato, credo però che sia l'ambiente granata tutto a doversi compattare in questo momento di stallo: non andare in Europa, per quanto deludente, non dev'essere motivo sufficiente per mandare all'aria una stagione che, in fatto di punti, potrebbe essere, in proiezione, la migliore dai tempi di Mondonico. Le squadre davanti corrono tutte e nella maggior parte dei casi hanno anche un organico superiore e più completo. Se questa è l'ossatura della squadra che il prossimo anno darà l'assalto alla qualificazione europea, allora tecnico e giocatori hanno il dovere di lottare fino all'ultima giornata a prescindere dalla posizione in classifica: la mentalità vincente va allenata e coltivata giorno dopo giorno, così come l'equilibrio tattico sul quale poggiare le fondamenta della prossima stagione va trovato già quest'anno.
Dal canto suo il presidente è chiamato a dare ulteriori segnali concreti di volontà di vera crescita sportiva: intervenendo sul mercato invernale in maniera decisa dove opportuno o non facendolo, ma dichiarando apertamente su chi e cosa si punta e si crede nell'attuale organico. Inoltre, a mio parere, per evitare cali di tensione tipici dell'inconscio ragionamento “ottavi o dodicesimi poco cambia”, sarebbe opportuno che Cairo dimostrasse alla squadra che anche un settimo od un ottavo posto sarebbero piazzamenti molto apprezzati mettendo magari un premio al loro raggiungimento. Ovvio che ad oggi il sesto posto è teoricamente ancora alla portata, ma nel momento in cui ci fosse la sensazione di non poterlo più agguantare, è lì che il presidente dovrebbe dimostrare che non si tollereranno cali per mancanza di motivazioni. Entrare nelle prime otto garantisce una, minima, ma migliore redistribuzione dei diritti tv e un ottavo di finale di Coppa Italia da giocare in casa (con conseguente calendario libero in estate per inserire amichevoli di “peso” che testino il valore della squadra, tipo quella col Benfica quest'anno, e portino in cassa qualche introito in più).
Insomma, se concetti come “onore” e “ attaccamento alla maglia” sono tristemente demodé quanto inefficaci che si mettano in campo motivazioni molto più concrete affinché questa stagione, in una maniera o nell'altra non vada sprecata.
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