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“Bomba o non bomba arriveremo a Roma” cantava Antonello Venditti, peccato che le bombe, quattro, le abbiano sganciate Dzeko, Naingolan, Salah e Paredes sulle corna di un povero Toro.
La bandiera granata è stata salvata da Maxi (nomen omen). La nostra difesa ha ballato come Gabbani con il primate sul palco di Sanremo ed anche il nostro portiere pare essersi allineato a questo trionfo della mediocrità.
L’allenatore ha riproposto un ritornello tattico, timido tentativo di pressing alto, trascurando i limiti della nostra difesa, lenta e tecnicamente limitata. Ed è così che lo schieramento è diventato da “offensivo” verso gli avversari ad “offensivo” verso i tifosi.
In questo campionato “inutile” e “tecnicamente modesto” occorre salvare la dignità , la storia e i valori che il Toro rappresenta. Questo è ciò che conta, i dati statistici ora sono utili fino ad un certo punto, giusto attendere la fine del torneo per tirare le somme.
E quando li guarderemo dovremo ricordarci che il nostro piazzamento - più o meno a centro classifica - lo avremo raggiunto con una difesa centrale composta da Ajeti, Carlao, Rossettini, Castan, Moretti.
“Un giorno crescerò” ……“ma soldi in tasca non ne ho, mi è rimasto Dio”…cantavano i Nomadi, insieme a Ventura, Mihajlovic, Cairo eccetera.
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