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Tra passato e presente: da Silenzi a Farnerud

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Che Toro sarà? Meno brutto di quel che sembra, credetemi! Dopo l'arrivo di Padelli, enigmatico lungagnone ex Bari poco considerato da Guidolin all'Udinese,...
Renato Tubere

Che Toro sarà? Meno brutto di quel che sembra, credetemi! Dopo l'arrivo di Padelli, enigmatico lungagnone ex Bari poco considerato da Guidolin all'Udinese, ecco che dallo Young Boys, club svizzero protagonista di una discreta stagione in Europa League, approda per soli 1,8 milioni alla corte di Ventura Alexander Farnerud. Mercato: qualcosa si muove -  Chi è? Un centrocampista centrale 29enne, 180 centimetri per 75 chili, svedese naturalizzato svizzero, che si è messo in evidenza soprattutto in Europa League. Lo Young Boys era finito nel girone di Liverpool, Udinese e Anzhi: ebbene Farnerud ha impressionato più d'un osservatore per le sue doti dinamiche, i suoi passaggi precisi e anche per qualche tackle un po' sopra le righe. Qualcuno già parla di vice-Gazzi, dando per scontata la squalifica di quest'ultimo da parte di Palazzi nel filone d'inchiesta che vede coinvolti pure i suoi ex compagni del Bari Gillet e Barreto. E se Farnerud giocasse in un ipotetico centrocampo a tre con Brighi e lo stesso Gazzi in caso di un suo proscioglimento dalle accuse? Ventura potrebbe cambiare ancora una volta le carte in tavola per costruire il Toro che verrà. Intanto prendiamo atto che il nuovo arrivato è un giocatore versatile: erano in pochissimi a credere che Petrachi avesse messo gli occhi su di lui? Per una volta facciamogli i complimenti, amici granata: questi sono i giorni delle comproprietà da definire e di sorprese così positive potrebbero essercene altre!  Buona fortuna Odu! - Confederations Cup 2013: il Brasile si presenta agli occhi del mondo un anno prima dei Mondiali. Partecipano a questo torneo amichevole le nazionali di ogni continente: compresa l'Oceania. L'UEFA a tal proposito invita la nazionale che ha conquistato lo scorso anno la prestigiosa Coppa delle nazioni oceaniche. Il torneo viene organizzato dal 1 al 10 giugno a Honiara, capitale delle isole Salomone: tutte le gare si giocano nel minuscolo stadio Lawson Tama e a trionfare sono i biancorossi di Tahiti. Il selezionatore ha un nome che ricorda i fumetti di Paperino: Etaeta! Tahiti ha esordito pochi giorni fa con una pesante sconfitta (1-6) contro la Nigeria. Sugli scudi fra gli africani un ex giocatore granata che ha lasciato un buon ricordo fra i tifosi e i suoi ex compagni di squadra. Poco considerato da Ventura e solo prestato dal Milan, Nmandi Oduamadi, per tutti semplicemente Odu, è stato una meteora nel Toro della promozione. Tornato alla casa madre ha disputato quest'anno un buon campionato nelle file del Varese, malgrado nei primi tre mesi il mister Castori, poi esonerato, lo avesse volutamente messo fuori squadra. Via lui, Odu ha ripreso a giocare con una certa regolarità: non sarà mai un finalizzatore spietato, ma specialista com'è di scatti, controscatti, serpentine, finte e contro finte ha contribuito degnamente alla causa del suo Varese spingendolo sulla soglia dei play-off per la A. I lombardi però non se la sono sentita di riscattarlo e quindi Odu già prefigurava l'ennesima estate fatta di rumours - ti mandiamo lì, no meglio ti parcheggiamo qui, ma non ti preoccupare che tanto ... tanto cosa? Poi è arrivata la convocazione nella sua Nigeria per la Confederations Cup. Prima partita del torneo proprio contro Tahiti. Odu realizza una tripletta ed è come se avesse vinto al superenalotto. Aveva contro avversari degni di un dopolavoro ferroviario: con tutto il dovuto rispetto per questi ultimi! Ebbene, un certo Adriano Galliani lo ha visto in televisione e ha subito imposto ad Allegri di inserirlo in pianta stabile nella rosa della prima squadra del Milan. Come si dice: ecco cosa succede nella vita a trovarsi al posto giusto al momento giusto, vero caro Odu?   Silenzi: segna il Toro! - Marchegiani, Bruno, Mussi, Fortunato, Cois, Fusi, Sordo (dall'89° Falcone), Venturin, Aguilera (dal 77° Casagrande), Scifo, Silenzi. Allenatore: Emiliano Mondonico. Stasera Domenico Beccaria e i suoi intrepidi volontari del Museo della Memoria Granata faranno una festa apposta per celebrare a Villa Claretta con qualche protagonista granata dell'epoca. Vent'anni esatti sono passati oggi dall'ultimo trofeo vinto dal Toro. Quella Coppa Italia si giocava allora con match d'andata e ritorno e i granata scesero nella capitale forti di un rotondo 3-0 firmato da Silenzi, Cois e Fortunato. Sembrava facile conservare questo cospicuo vantaggio. Invece ben tre rigori furono concessi ai giallorossi di Boskov da un arbitro che definire casalingo sarebbe riduttivo. Furono puntualmente trasformati da capitan Giannini e costrinsero i granata a battersi fino all'ultima goccia di sudore. Finì 5-2 e il Corriere dello Sport, testata sportiva da sempre vicina ai due club della capitale, il giorno dopo azzeccò il titolo: "La Roma è grande ma il Silenzi è d'oro". Proprio il pennellone Andrea, un romano de' Roma, fu decisivo nelle file del Toro segnando un gol all'andata e i due determinanti nel ritorno. Pochi ricordano che, due anni dopo, Andrea fu il primo attaccante italiano ad approdare alla prestigiosa Premier League nel glorioso Nottingham Forest. Ancora ci sono fans di quel club celebre per essere stato allenato dal grande Brian Clough che vanno allo stadio indossando una t-shirt con su scritto "I've seen Silenzi score!". Peccato che i gol complessivamente furono solo due: in FA Cup contro l'Oxford e in Coppa di Lega contro il Bradford! Povero Andrea: che flop micidiale il suo al punto che i critici spietati, vedendolo altissimo ma incapace di competere su qualsiasi pallone spiovesse dall'alto, lo bollarono col termine "Venezian". Ma averne, dirà qualche fan granata nostalgico, di veneziani come lui adesso!   Renato Tubère  

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