La tempesta
LASCIARCI LE PENNE
Tra Shakespeare e Fantozzi
William Shakespeare
Il secondo tragico Fantozzi
con Paolo Villaggio, 1976, Rizzoli Film
“Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni". Poche parole pronunciate da Prospero, protagonista de La tempesta, che bastano a Shakespeare per sintetizzare l'illusorietà della vita. Alla fragilità delle cose umane capita di pensare quando si avvicina la fine dell'anno e si tirano le somme sui dodici mesi che volgono al termine. L'annata granata ci ha regalato la routine consolidata, fugaci entusiasmi e speranze frustrate. Poi, sul finale, è venuta a stuzzicarci con una breve illusione fatta della stessa sostanza dei sogni, come loro inconsistente e destinata a dissolversi con la luce del mattino: la voce relativa a un possibile cambio ai veritici della società, ideale per dare pepe a un inzio di campionato deludente. Si è acceso l'entusiasmo, un entusiasmo che ha preso a impennare in un crescendo rossiniano di informazioni e dettagli.
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Sembrava di essere precipitati nella scena in cui, ne Il secondo tragico Fantozzi, gli impiegati della Megaditta, costretti dal direttore ad assistere alla proiezione della corazzata Kotiomkin proprio mentre si sta disputando il match decisivo della Nazionale, immaginano una roboante vittoria, raccontandosi l'un l'altro le azioni del ventuno a zero immaginario con il quale gli Azzurri starebbero surclassando gli avversari. La sorveglianza, all'ingresso, li ha privati di qualsiasi strumento atto a ricevere informazioni sulla partita, ma loro si raccontano quelle reti con tanta sicurezza e dovizia di informazioni da farle sembrare vere: il simbolo di quell'atteggiamento è un omino che, di punto in bianco, balza in piedi urlando: "Ventuno!", come se avesse appena assistito all'azione, trasmettendo ai compagni di sventura un'ondata di gioia del tutto simile a quella che sarebbe seguita a un goal vero.
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Nelle scorse settimane la scia di news sull'ipotetica trattativa ha seguito un percorso simile: prima è emerso l'interessamento di una sola grande società, talmente potente da poterci catapultare nell'Olimpo, poi addirittura di una cordata di megamiliardari di paesi diversi (di quelli che, presi a uno a uno, sono già così ricchi da poter acquistare tutto quello che vogliono senza sforzo), decisi a mettersi insieme per accaparrarsi il nostro beneamato club. Sembrava di assistere alla scena del film di Villaggio, alle voci che diventano certezze e che fanno esultare. Nella mente riecheggiava la voce del protagonista: "Aveva segnato anche Zoff di testa su calcio d'angolo". In fondo che cosa c'è di più realistico di un sogno, specialmente se solletica i sensi e fa intravvedere traguardi insperati, orizzonti indefiniti come fate morgane nel deserto?
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Com'è bello e facile crederci. E quanto è doloroso il ritorno sulla Terra, quando quel sogno si rivela quello che Fantozzi pensa della corazzata Kotiomkin scatenando novantadue minuti di applausi. Speriamo che l'anno nuovo ci porti certezze e non speranze e che il fumo si trasformi in arrosto. Nel frattempo restiamo con i piedi per terra. Buon Natale, cuori granata!
Autore di gialli, con "Cocktail d'anime per l'avvocato Alfieri" ha vinto l'edizione 2020 di GialloFestival. Marco P.L. Bernardi condivide con il protagonista dei suoi romanzi l'antica passione per il Toro e l'amore per la letteratura e la canzone d'autore.
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