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Tre qualità per far bene contro il Genoa

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Il Guazzabuglio / Ai rossoblù piace più difendere, Coraggio Aguilera!
Renato Tubere

Attenzione, concentrazione, cattiveria. Qualità che ogni grande squadra che si rispetti deve fare proprie. Certo, non sempre servono a conquistare i tre punti in palio. Ma a indirizzare nel verso giusto le partite come Toro-Catania di domenica scorsa sì!

PER NIENTE FACILE! - Fin dalle prime battute si è avuta netta la sensazione che attenzione, concentrazione e soprattutto cattiveria attraversassero con una scossa benefica collettiva tutti gli undici giocatori scelti da Ventura. Il gol dell'1-0 è un po' l'emblema di quel che sto dicendo. C'è chi ha etichettato la sciagurata caduta di Legrottaglie come un involontario assist per l'avversario che avrebbe avuto la porta spalancata. Come se per Ciro Immobile fosse scontato segnare, una volta trovatosi fra i piedi la sfera ad almeno venti metri da un esterrefatto Andujar. Attento nel non farsi rimontare dai difensori etnei. Concentrato nel non farsi distrarre dalle possibili finte del numero uno argentino. Ma soprattutto cattivo nello scattare dritto per dritto e nel far partire al momento giusto la rasoiata che dopo dieci minuti sbloccava la gara rasserenando di colpo un intero stadio. Sapranno Immobile e compagni giocarsela con la stessa intensità anche sabato sera in quel di Marassi?

GENOA CATENACCIARO? - Da Liverani a Gasperini. Cioè da un tecnico alla sua prima esperienza professionale a uno che quando aveva abbandonato la società più antica del calcio italiano lasciò un sacco di rimpianti. A Villa Rostan, dal 2005 diventata la prestigiosa sede del Genoa a Pegli, si sono affidati per così dire all'usato sicuro. Il settimo posto attualmente occupato in campionato dai rossoblù è frutto del ritorno a un difensivismo quasi esasperato con una mossa che ha lasciato tutti di stucco. Mi riferisco all'esclusione in pianta stabile di Francesco Lodi. Questo centrocampista 30enne dotato di un piede sinistro davvero educato, pur dimostrandosi particolarmente bravo a trasformare le palle inattive in gol o assist per i compagni, ha perso la maglia da titolare dicono perché troppo tenero con gli avversari quando attaccano. A gennaio potrebbe essere messo sul mercato: e se finisse in maglia granata? Ma torniamo al Genoa. Col ritorno del tecnico di Grugliasco chi scende in campo bada soprattutto al sano principio che anima i club provinciali: primo non prenderle! Da tenere a mente per Ventura e i suoi il modo con cui ad esempio Gilardino e soci hanno battuto il rampante Verona di Mandorlini: uno-due spietato al termine di un primo tempo piuttosto equilibrato e poi ripresa passata tutta o quasi rintanati dentro la proprie metà campo a difesa della porta del giovanissimo prodotto del vivaio Mattia Perin. Il possesso palla al termine di questo incontro parla chiaro: 27% appena per i padroni di casa. Caro Ventura: a buon intenditor …

UN PICCOLO CONDOR - Tre anni nel Genoa, poi il trasferimento in granata e subito la Coppa Italia conquistata nel 92-93. Nemmeno due mesi fa l'uscita si spera definitiva dal tunnel della droga sulla soglia dei cinquant'anni d'età. Ma cosa combini caro, carissimo Pato Aguilera? Nato nel '64 a Montevideo, fu portato in Italia dal compianto professor Scoglio e divenne una fantastica seconda punta al servizio di armadi a muro come Skuhravy, Silenzi e Casagrande. La sua vita privata fu tumultuosa, ma a noi calciofili francamente quel che succede fuori dal rettangolo di gioco ai nostri campioni preferiti importa poco. Aguilera col pallone faceva praticamente quel che voleva: un piccolo condor che volava rapace appena si accorgeva che le difese avversarie stavano per crollare. Ora dicono farà il commentatore di calcio in una tv del suo paese: sabato prossimo al Luigi Ferraris di Genova saranno in tanti, sia genoani che granata, a salutarsi prima e dopo la partita ricordando le tue imprese sul campo!

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