Voglio solo ricordare che poco più di un anno fa, per l’esattezza il 19 Marzo, il Toro usciva dagli ottavi di Europa League vincendo 1 – 0 con lo Zenith di San Pietro Burgo, quest’anno eliminato in Champions dal Benfica, in un partita dove immancabilmente veniva annullato un goal regolare di Glik che ci avrebbe come minimo portati ai supplementari.
columnist
Un anno fa a godere in Bilbao
21 giorni prima tornavamo da un impresa a Bilbao che non vivevamo dai tempi di Mondonico.
In quella squadra, cari fratelli di fede granata, non c’erano ne Cerci ne Immobile.
In porta giocava un ragazzo, ed in difesa militava un “vecchietto” regalatoci dal Genoa, che insieme avevano contribuito ad ottenere il record assoluto d’imbattibilità delle difese italiane in Europa e conquistando la nazionale, ma nessuno ne aveva parlato, o quasi.
Di quella squadra oggi mancano solo Darmian, per carità si sente, e Quagliarella; forse si sente anche quella mancanza ma guai ad ammetterlo….
Oggi giochiamo con la stessa ossatura dove sono stati inseriti giovani promettenti provenienti tutti dalla nazionale under 21 o dalle proprie nazionali di origine.
E sono tutti di proprietà, come domandavamo da anni.
In più è tornato un Ciro più maturo e forte di prima.
Non ho problemi ad ammettere che all’inizio del campionato, ancor prima a della partita con la Fiorentina, ero certo che quest’anno avremmo centrato in carrozza l’Europa League, e lottato per la Champions, persino per lo scudetto.
L’ho scritto, per cui come sempre “ scripta manent”. Ho scritto anche in tempi non ancora sospetti, che per me questo Toro poteva anche arrivare a rischiare di retrocedere ma il mio giudizio positivo sul percorso finalmente intrapreso dalla società e dai suoi interpreti non sarebbe cambiato.
La solita sfiga, per anni le ho azzeccate quasi tutte, dimostrando insieme a pochi altri una lucida analisi dei fatti, e quest’anno impatto in un legittimo entusiasmo che mi fa capitolare nel pronostico migliore, e beccarci quasi in quello peggiore.
Ma la logica, signori, non si discute.
Già dalla seconda in casa con la Fiorentina si doveva comprendere una cosa importante. Questo Toro di giovani ancora da sgrezzare, e di “vecchietti” provenienti dalla serie B che avevano fatto miracoli, non sarebbe andato da nessuna parte se non con il supporto totale ed incondizionato della piazza.
La Fiorentina ci aveva dominati ed annichiliti nel primo tempo, in termini di gioco e carattere fino al loro goal. Ma accadeva un fatto sconcertante, Alonso dopo aver segnato su una spettacolare respinta d’istinto di Padelli, si permetteva di andare sotto la nostra curva a mimare il torero di fronte al nostro gigantesco TORO, a schernirci.
La partita per la Fiorentina finiva in quel momento. Noi, la tifoseria, abbiamo distrutto psicologicamente gli undici viola ed abbiamo resuscito quella squadra, che oggi consideriamo di smandrappati e che sei mesi prima trionfava a Bilbao.
Quello era e sarà il segreto per sempre di questo nostro Toro.
Chi non lo vuole capire, mi dispiace, davvero cambi squadra pur sentendosi profondamente granata nel midollo.
Non credo che chi capisce di calcio non possa non vedere che questa squadra, nel bene e nel male, non da assolutamente l’impressione di essere un’armata Brancaleone come quelle che abbiamo visto fino a cinque anni fa. Bisogna crederci ed avere pazienza. Dalla cenere non si ricostruisce in un attimo.
Se alla fine di questo campionato dovremo raccogliere solo cocci e rischieremo di smantellare il progetto avviato, assolutamente indiscutibile ed evidente, confezionato esattamente nel modo che tutti, nessuno escluso, volevamo anzi pretendevamo da anni, bene le responsabilità saranno certamente in parte dell’ex “Gian Piero Ventura / ale oh oh “, che stranamente questo progetto l’ha realizzato, dello scarso Padellone ex nazionale e recordman d’imbattibilità in Europa, dell’ex roccioso ed invalicabile capitano polacco, di tutti gli undici ex giocatori da Europa League, ma anche di quei tanti ex veri tifosi del Toro.
So già fin d’ora che chi deve capire non vorrà farlo, imbevuto nella sua orgogliosa e cocciuta presunzione distruttiva, ma non importa. Come sempre tanto gli è dovuto e tanto gli è dato.
Buona Pasquetta
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