Un gol da cineteca di Sanabria (finalmente!) e un super Milinkovic Savic permettono il pareggio del Toro allo Stadio Maradona. Risultato meritato, con grinta e voglia, nonostante l'assenza di Ricci, Ilic, Tameze, del lungo degente Schuurs e l'infortunio a 20' dalla fine (ancora!) di Djidji (45 giorni di stop per lui). Forse in termini di classifica servirà a poco, ma il punto conquistato a Napoli è d'oro. Per rendersene conto basta leggere la formazione titolare del Toro e quella dei partenopei: a soli tre giorni dalla sfida Champions a Barcellona, sono scesi in campo con 11 titolari. Il punticino, poi, è diventato quasi un'impresa dopo aver letto per tutto il week end incredibili proteste e lamentele dei napoletani su Orsato e sul presunto ostruzionismo granata. Che, è bene chiarirlo subito, non c'è stato affatto. Iniziamo col dire che non si è visto nessun errore clamoroso contro i partenopei. A cominciare dai due contatti di Buongiorno con Osimhen in area, che si è letteralmente buttato rischiando, nel secondo caso, il secondo giallo per simulazione. Personalmente ho tanto affetto per Napoli e per i napoletani (per farvi capire: mia moglie è di Napoli come i suoi genitori, e suo padre, Carlo, è un super e genuino ultrà di Maradona & co), ma devo confessare che sono rimasto basito per tutto questo piagnisteo. La verità è che Buongiorno ha annullato Osimhen, ed è arrivato un pareggio giusto per il Toro contro i campioni d'Italia che non sono riusciti a segnare il secondo gol e sono rimasti, comprensibilmente, con l'amaro in bocca. Ma lo scatenamento degli pseudo influencer azzurri sui social è stato davvero incredibile ed irrispettoso verso il vecchio cuore granata. Ripercorrendo alcuni frame della partita, Osimhen si lascia cadere 2 volte in area, Linetty meritava un giallo, così come Politano (maglia trattenuta a Masina lanciato sulla fascia) e Lobotka (mano volontaria che stoppa la ripartenza di Vlasic). La gomitata volontaria di Osimhen a Buongiorno sul mento è stata sanzionata, ma non altrettanto il pugno all'89' di Ostigard a Lazaro sul naso (copioso il sangue uscito). Sul prosieguo, c'è anche fallo su Sanabria a centrocampo e Orsato interrompe il gioco ma poi dà palla al Napoli a centrocampo. In occasione dell'infortunio di Djidji, al 74', il difensore granata arriva in largo anticipo sulla palla, si stira e la mette fuori volontariamente, visto l'infortunio. Il Napoli prende la palla e, invece di ridare la sfera ai granata, batte l'angolo con il Toro con un uomo in meno. Alla fine del 1° tempo, con un recupero assegnato di 3 minuti, al 48'25" angolo per il Napoli e Orsato lo fa battere, nonostante fosse scaduto il tempo. Nel 2° tempo l'arbitro concede 6 minuti che partono dal 91'. Totale 53' di gioco effettivo. Poco, dicono i napoletani, peccato che non hanno minimamente ricordato che la precedente partita, vinta contro la Juve, ha avuto una durata effettiva di appena 50 secondi in più. Senza alcuna lamentela. Chissà come mai. Che poi, la durata media delle partite di Serie A, dopo l'introduzione del Var è passata da 57' a 54'. Toh, lo stesso tempo di Napoli Torino. Da ricordare, tra l'altro, che al Toro è stato concesso un solo rigore a favore in tutto il campionato e che ben sei arbitri sono stati fermati dopo errori contro il Toro. Quindi leggere tutte queste lamentele sinceramente non è digeribile.
LA SCOSSA GRANATA
Un pareggio d’oro a Napoli. E un piagnisteo insopportabile
Venendo alla partita giocata, la partita è contrassegnata da una lotta aspra in ogni angolo del campo con il Torino che difende il risultato con il cuore e riesce a portare a casa un punto grazie a una prestazione agonisticamente molto intensa. Nel Napoli brilla Kvaratskhelia che riesce a segnare un solo gol soltanto perché Milinkovic-Savic è autore di una prestazione eccellente. Il Toro è molto rigido nelle marcature a uomo in difesa e a centrocampo e ciò finisce inevitabilmente per rallentare la costruzione delle azioni offensive del Napoli, che solo raramente trova la possibilità di servire in profondità Osimhen e Kvaratskhelia. La squadra di Ivan Juric, che è in tribuna per squalifica ed è sostituito in panchina da Matteo Paro, proprio grazie alla incisività con la quale i suoi centrocampisti riescono a coprire la zona centrale del terreno di gioco, riesce in qualche circostanza a presentarsi minaccioso davanti alla porta di Meret. In questo senso è fondamentale il lavoro di Vlasic che occupa una posizione intermedia tra il centrocampo e l'attacco e che gli azzurri non riescono sempre a contrastare con efficacia. Nel primo tempo il Napoli sfiora il gol con una conclusione di Kvaratskhelia, deviata da Milinkovic-Savic, con un colpo di testa di Osimhen che supera la traversa e ancora con il georgiano che si vede deviare in angolo un colpo di testa dal portiere granata.
LEGGI ANCHE: Un primo tempo deprimente, poi la scossa granata
Il Toro risponde con una conclusione bomba di Zapata da posizione centrale sulla quale si supera Meret che riesce a deviare. La svolta della gara sembra arrivare al 16' della ripresa quando Kvaratskhelia, dopo aver condotto un contropiede con Mario Rui, va a centro area a riprendere il passaggio del portoghese e devia il pallone alle spalle di Milinkovic-Savic. La strada per la vittoria sembra spianarsi per il Napoli, ma al Toro bastano solo due minuti per riequilibrare il risultato. Zapata devia di testa un traversone dalla bandierina di Gineitis e si genera una mischia in area di rigore. Sanabria, appena entrato in campo al posto di Pellegri, sfrutta un tocco involontario di Anguissa e in rovesciata spettacolare manda il pallone alle spalle di Meret. Gli azzurri mettono in campo tutte le energie necessarie per trovare lo spunto decisivo, ma il Toro si difende con ordine. Nei minuti di recupero è ancora il georgiano a sfiorare il gol con una conclusione che passa di poco alta sopra la traversa. La chiave per il Toro è stata, oltre alla disciplina e alla grinta, la sostituzione di Pellegri con Tonny Sanabria. Un'altra prestazione da dimenticare per Pelle: 19 presenze, spesso nei finali di gara, con 564 minuti totali, senza rendersi mai pericoloso, senza mai fare un assist e, soprattutto, senza mai segnare. Il paraguaiano aveva senz'altro bisogno di una scossa, ci auguriamo che la rovesciata da figurine Panini la sia stata. Poi resta il rammarico per le troppe occasioni perse: dai quattro match di fuoco con Lazio, Roma, Viola e Napoli avremmo meritato, il gioco espresso, 8 punti e ne abbiamo portati a casa la miseria di 2. Per un posto Europa servirà vincere 8 partite su 10. Tra infortuni, arbitri e nostri limiti (ancora enormi), sarà impossibile. Ma proprio per questo non bisogna mollare, bisogna ugualmente dare il massimo. Perché mollare non sarebbe da Toro, ma, soprattutto, non ce lo meritiamo noi tifosi.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Torino senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Toronews per scoprire tutte le news di giornata sui granata in campionato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA