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Un raro poker d’Assi

Guido Regis
di Guido Regis*Domenica. Piove. Ho voglia di andare ma sono indeciso. A cinque minuti dall’inizio della partita scatto. Mi vesto in fretta con una maglietta granata ed un giubbotto primaverile ed esco di corsa senza ombrello. Arrivo al campo...

di Guido Regis*Domenica. Piove. Ho voglia di andare ma sono indeciso. A cinque minuti dall’inizio della partita scatto. Mi vesto in fretta con una maglietta granata ed un giubbotto primaverile ed esco di corsa senza ombrello. Arrivo al campo che non nomino perché mi irrita. La partita è già in corso, l’avverto dagli urli dei ragazzi in campo, dagli spalti e da un paio di fischi dell’arbitro che riecheggiano per la strada semivuota. Il tempo di percorrere la distanza dall’auto all’ingresso e la pioggia, fattasi più fitta proprio in quel momento, mi bagna per bene.Entro e sento i brividi; vedo undici ragazzi che sembrano già adulti con un bellissimo completo interamente granata contro undici in completo a strisce bianco nere o quasi e già mi gaso. Non ricordavo che gli avversari vestissero una maglia così triste. Il Toro attacca dalla parte opposta all’entrata e subito mi regala un azione ficcante delle due punte, fermate da un fuorigioco inventato. “ Toh guarda, solita solfa” mi dico. Un minuto, l’azione si ripete e sta volta un gran Dominin imbecca Cibrario che la mette dentro. Spettacolo!! Non faccio in tempo a decidere se andarmi a riparare sotto la tribunetta che il terzino destro granata si invola sulla fascia e giunto tutto solo ( o quasi) appena fuori area pianta una legnata precisa che il portiere avversario finge solo di provare a prendere. Lo spettacolo più bello è vedere i ragazzi in massa complimentarsi con il compagno a mucchio. Il terreno è un disastro.Avevo visto giocare i ragazzi sull’asciutto qualche settimana prima nella sciagurata ed immeritata sconfitta con i gobbi, nonostante il risultato, ed avevo pensato che non sarebbero stati capaci di giocare a tali livelli su un terreno pesante; invece quei pochi minuti mi stavano dimostrando il contrario. Quando c’è grinta, tecnica, preparazione e cuore non c’è campo che tenga.Inizio a sentire freddo e penso che se vado a ripararmi in tribuna non cambia molto, fradicio come sono. Non posso rischiare di ammalarmi perché, ci crediate o no, la mutua per un medico ospedaliero esiste solo sulla carta, ma in realtà devi andare lavorare anche con 40 di febbre, se no metti nei guai tutto il sistema. Va beh! Tanto si vede che vincono, vado a casa. Sulla strada del ritorno inizio già a cambiare idea. Appena giunto a casa ho deciso. Mi cambio e rischizzo verso il Toro del quasi presente, del probabile futuro.Così faccio. Asciugata ai capelli, altra maglia granata, felpa sopra e soprattutto bellissimo giaccone imbottito ed impermeabile granata del Toro Club Salvadori regalatomi dal mitico Dino Carella, ombrello granata e vai sono già in auto per tornare, non prima di aver dato un’ occhiata a TN per vedere se il risultato è cambiato…tre a zero: sta volta a segnato quella bestia di Dominin.Se lo merita. Un SMS di Moschella, accompagnatore dei ragazzi che arrivano da fuori sia allievi che giovanile, persona eccezionale, un tutore paterno, quasi un volontario, un anonimo importantissimo che se non ci fosse dovrebbero inventarlo, come decine forse centinaia di altri che continuano a crederci, mi avverte che lui e li ad aspettarmi. La voglia pertanto aumenta. Nel tragitto mi dico che il secondo tempo sarà certo meno bello, ma non importa, faccio due chiacchiere.Arrivo, Moschella mi aspetta all’entrata, un sorriso, un abbraccio, “ hanno segnato ancora?” “ a che punto eri rimasto?” “al tre a zero” “ no è appena iniziato il secondo, caspita che giaccone fico“ “ è un regalo bellissimo; sono forti, davvero” “ si hai ragione, sono forti” ripete lui con emozione ed orgoglio come se fossero una sua creatura, ma in fondo lo sono anche.Ci sediamo subito in tribunetta, e pur parlando non riesco a distrarmi dalla partita. Che grinta, che fraseggi, che voglia ancora di giocare, di segnare. Che regista Firriolo, riuscissero a mettere in area le punizioni come le mette lui, i più “grandicelli” della prima squadra.“ Ma chi è quello li così forte” “ lascia stare se no il papà qui dietro si monta la testa, dice ad alta voce per farsi sentire”…mi giro e vedo il sorriso sul volto del padre, non dico il nome apposta perché potrebbe valere per ciascuno di questi ragazzi, sono forti tutti, davvero.Benché le due punte titolari siano state sostituite, le riserve non sono da meno. E così prima una rete annullata, giustamente, e quindi altri due goal, uno con un bellissimo stacco di testa del nuovo entrato, l’altra dopo un assolo sempre di un nuovo entrato. Più tardi leggerò che si chiamano Naturale e Modini. Ma ciò che ti fa impazzire e vedere come questi ragazzi abbiano una preparazione atletica e caratteriale invidiabile. E’ pur vero che la Sanremese schiera metà squadra di quindicenni, ma a vederli fisicamente non sembra. Poi non vuol dire. Sta di fatto che gli Allievi sono secondi a pari merito con i gobbi e a due punti dalle capolista liguri Genoa e Sampdoria, dei soliti miliardari tutti balocchi cinesi e petrolio.Questi ragazzi giocano da Toro. Ebbene il giorno prima gran vittoria con formazione in emergenza a Parma della Primavera.Nel pomeriggio a Sanremo i giovanissimi proseguono nella loro cavalcata regolando i pari età fuori casa con un secco due a zero. Ho passato tutto il lunedì a ripetermi “ Ogbonna e compagni non possono far saltare il tris contro maglie strisciate e questo unico poker d’assi, sta sera”. Anche dopo l’ennesima follia iniziale proprio del capitano, vista la più che lungimirante assenza di Bianchi ( finalmente almeno sul fronte sanitario sembra che si inizi a ragionare con cognizione di causa ), ho continuato a non voler credere che anche sta volta dovesse finire in m….Così è stato ed il poker è servito, ma certamente le cose più belle si sono viste con i ragazzi di Asta, Fogli e Longo. Chi poi sa in quali condizioni di netta inferiorità sotto ogni punto di vista “ vivono” questa avventura, rispetto alla maggior parte delle squadre del campionato, non può non pensare davvero ad un piccolo grande miracolo. Eppure è cosi. Si arriva al paradosso che dove c’è meno denaro, meno considerazione da parte della società e persino dei tifosi, c’è più cuore, più sagacia tecnica, più amore per la maglia, più senso di coesione e riconoscenza verso chi ti sta portando per mano verso un futuro sicuramente roseo.Ma questo futuro potrebbe non essere più con questa maglia, se non facciamo qualcosa.Oggi sono uscito dalla guardia verso le 15 e mi sono recato a dare una breve occhiata all’allenamento della Primavera ed ho visto una cosa incredibile, d’altri tempi. Ad un certo punto Tonino spiega uno schema alla squadra.Tutti i ragazzi sembrano più che attenti ma al momento di metterlo in pratica ne combinano una più di Bertoldo: palloni che volano senza senso, svirgolate, traiettorie sbagliate. Resto allibito. Tonino si scoccia un po’, fischia. Richiama tutti, rispiega, si riparte e riaccade la stessa cosa. Così per due o tre volte.Tonino passa dall’atteggiamento conciliante, bonario ma risoluto, riflessivo che in genere conosco in lui, ad una incazzatura che onestamente non avevo visto mai, per lo meno nei brevi periodi che l’ho frequentato quest’estate a Laigueglia. Quando è al massimo delle urla, i ragazzi e lo staff tecnico, con anche parte di genitori a bordo campo, scoppia in una fragorosa risata ed applauso urlando “ sei su scherzi a parte o a primavera” non ho capito bene. Non sono riuscito a ridere perché mi sono emozionato, soprattutto quando ho notato l’emozione anche in Tonino, benché mandasse a cagare tutti.E’ un romantico con gli attributi questo ragazzo del sud che ha inteso tutto quanto c’era da intendere sul Toro. Al denaro ed alla fama ha preferito ancora una volta questa esperienza che, sono certo, lo gratifica e lo rende ancora più forte e capace di trasmettere saggezza, tattica e grinta a questi meravigliosi ragazzi che recepiscono come delle spugne.  Avrei voluto andare a salutarlo ma un impegno mi ha impedito di fermarmi ancora. Appena ho tempo gli telefono.  Ma tutta la strada da li a Villa Raby in C.so Francia, dove andavo ad incontrare, manco a farlo apposta, un granatissimo e bravissimo capo squadra di un cantiere che sta ristrutturando la nuova sede dell’Ordine dei Medici, l’ho fatta con una forte emozione nel cuore.Il Toro di domani e li, forse un pezzo anche di quello di oggi. Se Lerda, Petracchi e Destro decidessero una volta per tutte di consegnare Stevanovic e Cofie alla primavera, riservandosi di chiamarli solo in casi si emergenza, magari insieme a Scaglia e Comi, vincerebbero un vero “terno al lotto”, come si diceva una volta. Il vantaggio sarebbe reciproco.Sono certo che se questi gruppi si allenassero insieme, in un unico centro sportivo che con gli strisciati non centri nulla, negli stessi orari, magari con schemi di gioco condivisi, con le stesse pause e l’obbligo di viverle con la prima squadra, sarebbe di giovamento per tutti.D’altronde molto tempo fa era così.Lavoriamo perché un valore portante del passato torni ad essere un punto fisso del futuro….facciamolo insieme! Tutti! Davvero! *Presidente del Toro Club C.T.O. Claudio Sala