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Un Toro d’altri tempi, cresce dalle radici del Settore Giovanile…

Torino, Toro, Primavera, Supercoppa, tempi
Bisturi / E compie l’impresa storica. Contro il Middlesbrough, presentiamo in 25mila sugli spalti
Guido Regis

Non posso trattenermi dal celebrare anche io la serata incredibile della Supercoppa Primavera che ha regalato, per la prima volta nella storia, questo trofeo al Torino e alla sua gente.

Conoscere poi a fondo quasi tutti i ragazzi, lo staff tecnico-sanitario ed i retroscena di questa partita determinano brividi da far accapponare la pelle che non potete immaginare, ma provo a trasmettervi tali sensazioni. Intanto penso sia doveroso far sapere l’eroismo del fantastico folletto Osei, dominatore del centrocampo. Ha giocato con un problema al ginocchio che avrebbe fermato il 99% dei calciatori; con una decisione ponderata e corale tra mister, staff e giocatore lo si è messo in campo, vista l’assenza forzata per squalifica di Segre. Il ragazzo, lo si è percepito, ha giocato al 60% delle sue possibilità, con un dolore bestiale dopo un contrasto a metà del secondo tempo: è rimasto in campo fino alla fine dei supplementari.

É l’emblema dello spirito unico da Grande Torino che pervade da sempre ma soprattutto negli ultimi anni, tutte le giovanili granata.

É andato tutto bene perché lui, per quanto giovane, era perfettamente informato sui rischi che avrebbe corso, sulla necessità di limitare al minimo la sua prestazione, e tutta la squadra sapeva che avrebbe dovuto supportarlo. Ora potrà godersi il trofeo conquistato da protagonista ed attendere i giusti tempi di guarigione per essere pronto nelle future battaglie. É doveroso rammentare che questa squadra non è, se non per alcuni elementi, quella che ha vinto lo scudetto, rendendo ancor più la vittoria esaltante ed emblematica del lavoro che si sta svolgendo nel Settore Giovanile. Incredibile ed anche qui emblematica tutta la storia del match, che ha visto la Lazio passare in vantaggio quasi casualmente all’inizio dei secondi 45 minuti ( senza nulla togliere all’evidente forza collettiva dei biancocelesti), prendere coraggio e sfiorare più volte il raddoppio scontrandosi con un altro simbolo di questa Primavera: Zaccagno.

Quindici minuti di sofferenza e poi tutto è tornato ad essere meravigliosamente da Grande Toro.

Nemmeno l’incredibile malasorte ha fermato i giovani guerrieri. Si fa male, probabilmente in modo grave, il gigante buono del nostro attacco Gabriel Debeljuh, amico fraterno di Mantovani altro eroe di questa partita, sempre per questioni fisiche, ed entra Martino. Proprio Martino disegna il film più affine agli anni quaranta, della storia di questa partita.

Si produce, nonostante la stazza, nello scatto che apre al gol del pareggio realizzato dal fantastico Berardi, ottiene un rigore subito dopo, inesistente agli occhi del sottoscritto (a ribadire l’amore assoluto per la verità e non per la faziosità, da parte del sottoscritto), se ne fa carico e lo sbaglia.

Da li a poco si infortuna in modo probabilmente persino più grave di Gabriel, contribuendo anche così alla tragica epicità dell’impresa.

Lascia il posto a colui che, senza riflettori puntati addosso, in sordina, alla fine fissa il risultato della partita: Elia Bortoluz, uno dei nuovi volti di questa Primavera. A decidere la storica impresa all’interno di questo incredibile film, non poteva essere nessun’altro se non lui che per quaranta minuti ha sentito addosso la responsabilità di essere all’altezza dei due sfortunati compagni che gli avevano ceduto in un colpo solo il loro posto, la loro voglia e la loro rabbia.

Struggente osservare alla premiazione le due punte super bendate al ginocchio, partecipare ai festeggiamenti, con proprio Osei assumere sulle sue spalle persino il “carico strutturale” di Martino, nel momento in cui doveva scendere le scale del palco.

Non cito ad uno ad uno gli altri ragazzi perché si è visto chiaramente quanto ciascuno abbia dato il 110% come il mister aveva domandato, a partire dal talento più cristallino Edera, per arrivare al debuttante Kobon. Davvero non c’è nulla che possa descrivere, meglio di quanto si è semplicemente visto nella serata di ieri, l’epicità dell’impresa.

Sarà una follia, soprattutto dopo questi infortuni, ma penso che non credere nell’impresa e non essere presenti in 25 mila allo stadio Martedì 24 alle ore 20,00 contro il Middlesbrough sarebbe un sacrilegio.

Comunque vada, questo è solo l’inizio.

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