E'un peccato, davvero. Lo scoramento visto post-Roma, condito poco da rabbia e più da un mix tra indifferenza e rassegnazione, fotografa un Toro che, ad oggi, non ha più alcun tipo di motivazione, nè tra i tifosi, nè, a quanto sembra, in campo.
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Un Toro eterno incompiuto può creare una generazione di tifosi?
Certamente, la Roma è una squadra forte, tecnicamente più di noi e più in forma, ma il mio disappunto non deriva da una sconfitta piuttosto prevedibile, bensì dal poco divertimento che da qui a maggio avremo la possibilità di trarre da questo campionato. L'avevamo capito dal momento stesso in cui il mercato di gennaio si è chiuso, dopo aver disilluso le aspettative e le ambizioni di inizio stagione, che l'apatia era pericolosamente alla porta. Questo dovrebbe far riflettere tutti, società compresa.
Non possiamo vivere solo di passato, nè di ricordi, nonostante quella granata sia in assoluto la tifoseria più romantica e nostalgica della serie A. Allo stesso modo in cui al passato guardiamo con rispetto, ci volgiamo al futuro con ambizione, perchè non si può crescere una generazione di nuovi granata, che saranno i tifosi del futuro (tifosi paganti, per allinearci alle questioni economiche), solo ed esclusivamente sui ricordi di ciò che non hanno vissuto, su valori che i giocatori del calcio moderno non riconoscono, su idoli di cui ci si innamora e che vengono puntualmente indirizzati verso un calcio che conta o verso "grandi squadre". Riflettiamo tutti su quanto una permanenza a galleggiare in A nel corso degli anni, ma senza infamia e senza lode, possa snaturare il Toro al punto da renderlo lontano dai ricordi e dalla sua natura stessa. Quanto potrà mai servire al Toro per essere compiuto, per essere più simile a se stesso e far innamorare ancora i piccoli granata, che ogni anno ripongono le maglie dei loro idoli, già venduti altrove, nel cassetto? Quanto ancora basteranno i ricordi di chi ha amato e vissuto i valori del Toro?
Buonanotte granata...
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