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Una domenica di ordinaria follia

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Domenica 28 ottobre 2012, ore 21.00.Questa puntata di “Saldature” la voglio scrivere adesso, la voglio scrivere di pancia, facendo uscire le parole condite dalla rabbia che si è impadronita di me.I telegiornali sono finiti, i...
Beppe Pagliano

Domenica 28 ottobre 2012, ore 21.00.Questa puntata di “Saldature” la voglio scrivere adesso, la voglio scrivere di pancia, facendo uscire le parole condite dalla rabbia che si è impadronita di me.I telegiornali sono finiti, i parolai di professione hanno finito il loro lavoro, in Italia si discute di crisi economica, di spread, di pregiudicati, i quali attaccano i tribunali che li hanno condannati, si parla  inoltre del campionato di calcio che anni fa, qualcuno credeva fosse il più bello del mondo.Sicuramente una continuazione con il passato esiste nel nostro calcio, ed è un sinistro cono d’ombra che appesta le nostre domeniche.Andiamo con ordine e ripercorriamo insieme questa domenica di ordinaria follia.Siamo a Catania, sono le 12:30, la squadra di casa ospita la formazione che guida la classifica. Gli etnei al 25° minuto riescono a passare in vantaggio con Bergessio pronto a ribadire in rete una palla che aveva colpito il palo, il Massimino esplode di gioia, ma incredibilmente dopo circa 45 secondi, l’arbitro annulla il vantaggio siciliano dopo essere stato richiamato da un guardalinee e soprattutto da un giocatore della squadra bianconera, il quale evidentemente era stato accreditato come settimo arbitro.I giocatori del Catania sono increduli, il loro presidente viene espulso per proteste.Il replay è impietoso: la partenza di Bergessio non è né in offside, né in linea. Fra il giocatore di casa ed il portiere avversario c’è il corpo di un giocatore con la maglia bianconera, gol REGOLARISSIMO!Nella ripresa la squadra prima in classifica, passa in vantaggio grazie ad una rete viziata da fuorigioco di un suo attaccante.Questi due errori arbitrali hanno avuto un effetto mortifero sull’esito della partita, il guaio è che a trarne vantaggio da questi errori è sempre la stessa squadra. Ma questo è il migliore dei mondi possibili, così pensava il Candido di Voltaire ogni qualvolta subiva un’ ingiustizia, quindi guardiamo oltre, si sarà sicuramente trattato di un episodio sfortunato, chi di noi infatti non ha mai sbagliato due volte di seguito in vita sua.Ore 15:00, siamo ora a Torino allo stadio Olimpico per assistere a Toro-Parma, alla lettura delle formazioni una fetta di tifosi granata fischia un giocatore del Toro, e già questo è un sinistro campanello d’allarme per quello che sarà questa domenica pomeriggio, il giocatore in questione, Meggiorini può essere criticato per le sue qualità tecniche, ma quanto ad impegno e volontà non è secondo a nessuno e questa caratteristica dovrebbe far sì che nessun tifoso granata possa sentirsi in diritto di fischiare un ragazzo che in campo ci mette l’anima.La partita inizia, prendendo immediatamente una piega di equilibrio, il Toro ha dei limiti evidenti in attacco, ma cerca di fare la partita, ed alla fine del primo tempo il risultato è inchiodato sullo zero a zero.La sensazione generale è che solo un episodio potrà far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall’altra.6° minuto della ripresa Rosi del Parma dopo un tiro respinto da Rodriguez, in un contrasto con lo stesso difensore uruguagio si tuffa platealmente in area, l’arbitro gli fa segno di rialzarsi e non lo ammonisce per simulazione.7° minuto Sansone smarcatosi in area avversaria si scontra con un difensore avversario, l’arbitro non concede il rigore al Toro, ma ammonisce l’attaccante granata per simulazione e lo caccia dal campo in quanto era già stato precedentemente sanzionato con un cartellino giallo.10° minuto fallo di Lucarelli già ammonito, ma l’arbitro lo grazia  e l’allenatore del Parma prontamente lo sostituisce, ringraziando il cielo per lo scampato pericolo.Ecco servito l’ennesimo esempio di due pesi e due misure.La partita poi sappiamo tutti com’è finita, l’equilibrio su cui si reggeva l’incontro è stato spostato decisamente a favore di una delle due squadre. Quella squadra non era il Toro!Purtroppo già nella precedente partita casalinga contro il Cagliari i granata erano stati pesantemente penalizzati da due decisioni arbitrali, rigore contro per un fallo di mano sicuramente non volontario e gol annullato per fuorigioco inesistente.Tornando al Candido di Voltaire possiamo tranquillamente immaginare che questi errori non siano premeditati , e che anzi, a fine campionato i torti ed i favori si equipareranno.Sfortunatamente questa sera non riesco ad essere caritatevole da avere una visione delle cose così cristiana, non credo che nel giorno del giudizio universale i primi saranno gli ultimi e viceversa.Mi viene da pensare che questo calcio così com’è, non ha futuro.Il Toro può vincere come può perdere, ma vorrei avere la certezza che esista un equilibrio di giudizio, dopo una sconfitta uscirei dallo stadio meno amareggiato.Io da ragazzo ho svolto come attività sportiva l’atletica leggera, ero un mezzofondista e credo di sapere perfettamente cosa vuol dire accettare le sconfitte, in quanto figlie solamente di una superiorità dell’avversario, oggi questa consapevolezza nel calcio italiano non esiste.Voglio concludere ricordando qual è il mio primo ricordo legato al Toro. 12 marzo 1972, avevo 5 anni il Toro aveva perso a Genova 2 a 1 contro la Sampdoria, era la famosa partita del gol non visto da Barbaresco che costò lo scudetto al Toro.Ebbene di quel pomeriggio ricordo la rabbia di mio padre e forse, senza quel furto, oggi non sarei tifoso del Toro, credo che da quel giorno, io abbia iniziato ad indignarmi di fronte alle ingiustizie.Per uno strano scherzo del destino, quel campionato lo vinse la squadra che attualmente guida la classifica…Il calcio pur essendo solo un gioco, in Italia è lo specchio della società in cui viviamo.La corruzione è dilagante ovunque nel nostro paese, credere che il calcio sia un’ isola felice, forse è un’impresa ardua anche per Candido di Voltaire.Beppe PaglianoTwitter   @beppepagliano

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