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Il tifoso neanderthaliano
La partita con la Roma ha confermato quale sia il limite del Torino contro le cosiddette grandi. Un gioco offensivo sterile in presenza di difensori avversari di qualità superiore rispetto alla media. Il problema non mi pare di facile soluzione perché riguarda principalmente i centravanti ed i trequartisti. Neppure è risolvibile con il mercato invernale perché occorre attendere il recupero fisico definitivo dei vari Belotti, Brekalo, Pjaca, Praet (a cui io aggiungo Verdi), i soli capaci di aumentare la qualità al limite dell’area avversaria. Se questi giocatori stessero finalmente bene a mio modo di vedere non sarebbe da escludere che si possa puntare all’Europa già nella stagione in corso. Mi pare infatti che Lazio e Fiorentina abbiano problemi di continuità, e magari gli zebrati qualche penalizzazione dovrebbero pure subirla. Confesso che entrare in Europa a scapito di questi ultimi, anche per le ragioni che espongo nel prosieguo, sarebbe stupendo.
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La partita contro la Roma ha anche mostrato come il palato dei tifosi del Toro sia divenuto un po’ troppo raffinato. Non piacciono più bagna caoda e Barbera ma ostriche e Champagne. La squadra di Mourinho infatti, pure giocando un calcio mediocre, riempie gli spalti, mentre le prestazioni degli Juric boys a Torino sono per pochi intimi. L’articolo di Sartori sullo stadio mezzo vuoto ha infatti messo il dito nella piaga. Va detto subito che il giustificare le assenze addebitando la causa agli anni passati di Cairo è una vera e propria, per dirla alla spagnola, “tonteria”. Quel che conta, se non il futuro, dovrebbe essere almeno il presente e stento a credere che i tifosi granata non siano soddisfatti delle prestazioni casalinghe nella stagione attuale. Neppure mi convincono la scusante del calcio in tv, il freddo, la paura del Covid che, infatti, NON riguardano le tifoserie di molte altre squadre di Serie A.
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Anche in assenza degli abbonamenti (che per taluni potrebbe significare una fiducia al buio da non concedere alla società) le performances della squadra, almeno quelle in casa, meriterebbero più presenze allo stadio. Sempre che il mutamento del dna del tifoso granata non abbia ragioni più profonde; quelle stesse che portarono all’estinzione dell’uomo di Neanderthal, incapace di adattarsi alla tracotanza del Sapiens. Non vorrei che nel Torinese e dintorni i torinisti stiano progressivamente scomparendo all’esito dei decenni di prepotenza, protervia e soprattutto impunità dei cugini. Mi auguro ovviamente di sbagliare e che non si perda, come ben sanno molti tifosi granata della mia generazione, la voglia ed il piacere anche masochista di combattere pure partendo da sfavoriti. Sempre più che mai forza Toro.
Avvocato generalista da oltre 40 anni, autore di un saggio sulla storia della professione forense pluripremiato (con un lontano passato di direttore sportivo di due squadre militanti in Eccellenza) e tifoso del Toro da quando Meroni ha vestito la maglia granata.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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