Il viaggio è ripreso. Il primo tempo con il Bologna mi è parso la continuazione del primo tempo con l’Empoli. Ci saranno ancora soste e rallentamenti ma il Toro di Juric sta assumendo un’identità ben definita. Finalmente i tifosi potranno tornare ad essere rappresentati da una squadra caratterialmente simile a quelle allenate da Radice. Ed il merito, come ho già scritto in passato, deve essere diviso equamente tra proprietà, direttore sportivo e allenatore. La proprietà ha scelto l’allenatore giusto sottoscrivendo un contratto triennale e rinnovando il quadro dirigenziale, il D.S. ha puntato su giocatori di qualità, il tecnico ha richiesto giovani di prospettiva e rilanciato giocatori in disarmo. Se ho ben capito sono stati voluti da Juric i vari Zima, Warming, Pjaca e Pobega mentre Vagnati ha puntato su Milinkovic-Savic e tardivamente su Praet e Brekalo.
UNA VOCE FUORI DAL CORO
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Occorre comunque riconoscere che il Mister, pure se non soddisfatto della campagna acquisti estiva (prima o poi, non trattandosi di uno dei segreti di Fatima, svelerà i nomi richiesti e non ingaggiati), ha comunque lavorato sodo rivalutando giocatori da lui non scelti ma soprattutto dichiarando che intende costruire la squadra su giovani di prospettiva. Trovo conseguentemente stucchevole rimarcare ancora i contrasti tra il Presidente ed il Mister. Il Presidente, da quando il Toro è in Serie A (a prescindere dagli errori commessi) ha infatti sempre messo a disposizione somme tali da essere la settima-ottava squadra come monte ingaggi. E Juric pare voglia trovare giocatori non ancora affermati in quanto più aziendalista del Presidente. Benissimo. La coppia perfetta.
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Per tornare alle parole di Juric ho apprezzato anche il modo con cui ha ripreso pubblicamente la squadra rimproverandola di accontentarsi. Senza volere fare paragoni al momento spropositati, mi ha ricordato il primo anno di Gigi Radice quando, in ritiro a Santa Vittoria d’Alba, a fronte degli applausi dei tifosi per le gesta tecniche di alcuni giocatori, chiese silenzio perché gli stessi non dovevano esaltarsi più di tanto in quanto il suo obiettivo era vincere lo scudetto. Dichiarazione che sembrava da TSO, poi rivelatasi vera! Mi vengono ancora i brividi a pensarlo. Da ultimo non posso esimermi dal rispondere a chi ha deriso le mie reiterate critiche a Bava. Credo che, più che i premi, la misura del valore di un professionista nel proprio settore la dia il fatto di essere cercati da clienti importanti. Sempre e solo forza Toro.
Avvocato generalista da oltre 40 anni, autore di un saggio sulla storia della professione forense pluripremiato (con un lontano passato di direttore sportivo di due squadre militanti in Eccellenza) e tifoso del Toro da quando Meroni ha vestito la maglia granata.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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