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Orgoglio granata
Non mi riferisco alla trasmissione in onda su G.R.P. che, considerata la statura di alcuni ospiti, dovrebbe mutare il proprio titolo in disonore granata, ma invece a quanto accaduto sabato sera. La Maratona (per il resto lo stadio è ancora troppo vuoto), alcune giocate (su tutte la gara dei 100 metri di Singo e l’assist di Aina a Belotti) e lo spirito di squadra mi hanno ricordato le migliori partite ai tempi di Giagnoni, Radice e Giacomini. Onore a Juric il quale si è fatto carico, pure se non richiesto, di sottoporsi ad un esame per convincere Cairo ad ascoltarlo. Esame già superato a pieni voti avendo rivalutato gran parte della rosa dell’anno scorso. Il che sta a significare che le tanto bistrattate campagne acquisti precedenti, in presenza dell’allenatore giusto, non sarebbero state così sbagliate.
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Peraltro il nome di Juric non è stato estratto a sorte in qualche festa di paese ma scelto dal Presidente addirittura già per la stagione scorsa ed ingaggiato per il triennio 2021/2024. Il continuare a insistere sui contrasti tra Cairo e Juric è fuorviante se non stucchevole, ma soprattutto fa male alla squadra. Il Presidente, oltre ad essere come tutti contento dell’operato del tecnico, non credo sia minimamente disturbato dalle sue periodiche stilettate. Pure essendo un avvocato di campagna so bene che anche le critiche più feroci dei collaboratori sono apprezzate ove accompagnate da una competenza sopra la media. È giusto che Juric chieda giocatori adatti al suo tipo di gioco ed è altrettanto giusto che venga accontentato entro i limiti consentiti dal bilancio.
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Sul punto riporto quanto scritto dal giornalista Michele Criscitello nel suo articolo più recente: "Nel calcio è consentito tutto, alla Juve e all'Inter di fare una montagna di debiti, al Genoa di sopravvivere e a tutte le società di spendere più di quello che guadagnano. Il sistema è marcio". Aggiungo io, non per colpa del Toro di Cairo. Onore infine al Capitano la cui prestazione è stata paragonabile a quelle dei tempi migliori, e l’ho visto finalmente sorridere soddisfatto. Sarebbe questo il momento in cui, a mio modo di vedere, dovrebbe pensare al proprio futuro in una prospettiva più ampia. In questi anni ha toccato con mano la stima e l’affetto incondizionato dei tifosi del Toro, e rinnovando diventerebbe per tutti, società compresa, un simbolo come Riva lo è stato per il Cagliari. E di certo non si precluderebbe un futuro alla Moretti. L’alternativa, nelle migliori delle ipotesi, sarebbe qualche comparsata in Champions League e, prima o poi, a carriera terminata, tornare ad essere “unus multorum”. Riguardo infine le osservazioni ricevute circa il mio articolo precedente, non volendo approfittare della pazienza dei lettori, risponderò prossimamente. Sempre e solo Forza Toro.
Avvocato generalista da oltre 40 anni, autore di un saggio sulla storia della professione forense pluripremiato (con un lontano passato di direttore sportivo di due squadre militanti in Eccellenza) e tifoso del Toro da quando Meroni ha vestito la maglia granata.
Attraverso le sue rubriche, grazie al lavoro di qualificati opinionisti, Toro News offre ai propri lettori spunti di riflessione ed approfondimenti di carattere indipendente sul Torino e non solo.
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