Sicuramente quando Sergio Leone ha scritto e diretto il film della “Trilogia del dollaro” non pensava che in futuro il titolo si addicesse più a certi calciatori che ai cacciatori di taglie alla Clint Eastwood. Penso a Donnarumma e a tutti quelli (troppi) che svincolandosi seguiranno il suo esempio. Non interessa più avere avuto la fortuna di essere ragazzi milionari idoli delle tifoserie, ma solamente guadagnare sempre di più (a costo di andare a fare le riserve) anche danneggiando la società che ti ha consentito di metterti in mostra. Come accade in tutti i campi gli effetti di leggi giuste (cfr legge Bosman) ove estremizzati le fanno divenire moralmente ingiuste.
UNA VOCE FUORI DAL CORO
Per qualche dollaro in più
Torna l'atteso appuntamento settimanale con la rubrica Una voce fuori dal coro dell'avvocato Enzo Borgna
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La colpa in questo caso è anche dei Presidenti che dovrebbero impegnarsi (magari con un gentleman’s agreement) a non ingaggiarli a fronte di offerte di rinnovo sensate della squadra di provenienza. È ovvio che non si può pensare che tutti i presidenti si impegnerebbero in tal senso, ma il sapere in partenza che certe squadre non ti ingaggeranno ridurrebbe il fenomeno. Sarebbe questa una misura (così come lo scegliere di non trattare con certi procuratori) che aiuterebbe il mondo del calcio. Il leggendario West (ed il mondo del calcio gli somiglia sempre più) si è civilizzato proprio grazie alle regole che i gruppi di coloni si autoimponevano dopo avere occupato certi territori. So bene di essere un sognatore, ma non c’è niente di peggio che il fare finta di non vedere.
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Per quanto riguarda invece l’anno nuovo vedo in Cairo il desiderio di fare crescere la squadra ulteriormente. Il viaggio iniziato con l’ingaggio di Juric, come avevo auspicato sin dal mio primo articolo, proseguirà. Non sono gli eventuali acquisti a dimostrarlo, ma avere preso in considerazione l’ipotesi di acquistare lo Stadio. Certamente non sarà semplice, non solamente per il prezzo ma per i vincoli che la burocrazia (leggi Belle Arti) tende a frapporre in ipotesi di ristrutturazioni troppo radicali. Credo comunque che se il Presidente ne ha parlato è perché sa che sono cambiati i tempi e farà tutto il possibile per raggiungere il risultato. Se tutto andasse in porto, a catena, il Filadelfia (rimuovendo le vele) sarebbe da destinare alle partite delle giovanili ed il Robaldo lo concepirei come la casa degli allenamenti di tutte le squadre granata. Una precisazione. Contrariamente a quanto scritto da un commentatore del mio precedente articolo, Gianni Bui non ha mai giocato nel Toro di Radice; ma in quello di Cade’ prima e di Giagnoni poi, aiutando il giovane Pulici a diventare Puliciclone. E fu poi Giagnoni a portare Bui al Milan. Sempre e solo forza Toro.
Avvocato generalista da oltre 40 anni, autore di un saggio sulla storia della professione forense pluripremiato (con un lontano passato di direttore sportivo di due squadre militanti in Eccellenza) e tifoso del Toro da quando Meroni ha vestito la maglia granata.
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