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Urbano Cairo e le tre polizze per la serenità del Toro

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Il Granata della Porta Accanto / Un occhio alle possibili strategie di lungo periodo del patron per preservare il momento magico in casa ToroEra dai tempi di Scifo e Martin Vazquez che non passavo un Natale calcisticamente così felice. Allora...
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Il Granata della Porta Accanto / Un occhio alle possibili strategie di lungo periodo del patron per preservare il momento magico in casa Toro

Era dai tempi di Scifo e Martin Vazquez che non passavo un Natale calcisticamente così felice. Allora andavo ancora al liceo e le lunghe vacanze scolastiche fino all'Epifania erano sempre vissute serenamente con un Toro ben messo in classifica. Oggi, che di ferie ne faccio decisamente meno, ritrovo l'atmosfera di quei tempi grazie a questo settimo posto in solitaria, agli undici punti di vantaggio sulla terz'ultima e a quasi due terzi di salvezza in tasca. Ragazzi, roba da ringiovanirmi più di un lifting!

Mentre gozzoviglieremo tra un cenone ed un pranzo cercando di dimenticare per qualche ora la crisi economica che attanaglia il nostro Paese e il suo futuro sempre incerto, un dolce pensiero ci allieterà pensando al nostro Toro che nell'ultimo mese ha cambiato decisamente passo viaggiando al ritmo delle prime della classe. Se da un lato posso immaginare quali saranno i pensieri natalizi di mister Ventura, il quale, forte dei risultati, non so quanto di cuore abbia fatto gli auguri ai suoi detrattori, mi chiedo invece cosa passerà nella testa di Urbano Cairo che finalmente vive un momento di successo reale alla guida del Toro.

Se mi fosse permesso di suggerire al patron un paio di riflessioni, la prima cosa che gli direi sarebbe: "Lei, che ha l'onore e l'onere del comando, almeno lei, non si gongoli troppo in questa situazione, giacchè chi ha il peso della responsabilità non può permettersi di vivere spensieratamente la gioia del successo. Cerchi invece di essere sempre un passo avanti e di sfruttare il momento positivo per pianificare le mosse successive senza l'ansia di raddrizzare la baracca come avveniva in passato".

Tradotto, significa che il buon Cairo, ora che la piazza è serena ed entusiasta, farebbe bene ad agire nel breve per evitare potenziali grane future e garantirsi un po' di stabilità di lungo periodo. In primis, se fossi al suo posto, farei sì che in maniera chiara ed inequivocabile i soldi promessi alla Fondazione Filadelfia vengano recapitati a destinazione in modo da non attirarmi potenziali strali in una vicenda come quella del Fila che tocca in profondità l'umore dei tifosi granata. In secondo luogo, agirei d'anticipo sul mercato cercando sottotraccia di risolvere delicate situazioni che potrebbero ritorcermisi contro. Ad esempio, cercherei di acquistare la seconda metà di Immobile per due ragioni: una, perchè il ragazzo a fine campionato avrà ragionevolmente superato la doppia cifra di reti e il suo valore sarà destinato a salire per cui oggi lo si potrebbe fare tutto del Toro con una cifra tutto sommato ancora ragionevole, due, perchè il ragazzo sta entrando nel cuore dei tifosi e se in estate la Juve si mettesse di traverso nella risoluzione della comproprietà sarebbero dolori a livello di immagine. Senza considerare che la Juve potrebbe usare la metà di Immobile come grimaldello per soffiare al Toro un altro giocatore dopo Ogbonna se le voci di un interessamento per Cerci non sono, per l'appunto, solo voci. A questo punto, come in una partita a scacchi, se fossi Cairo mi toglierei con ampio anticipo dallo scacco mediatico in cui potrebbe mettermi Marotta in estate...

Infine c'è la questione centrocampo. Vives sta facendo la sua migliore stagione di sempre: gran cosa, grande apporto, ma se sarà, appunto, la migliore di sempre, è possibile quindi che la prossima sia un pochino meno buona. Brighi è un ottimo giocatore ma per i soliti problemini fisici non garantisce quella continuità necessaria per essere una pedina fondamentale. Se anche Basha sembra arrivato al picco della sua crescita, allora è chiaro che al Toro in ottica futura serviranno un paio di centrocampisti "alla Farnerud", cioè poco conosciuti ma dal rendimento potenziale elevato. Uno potrebbe essere lo stesso Bellomo se l'apprendistato con Ventura andrà per il verso giusto, un altro invece sarebbe da cercare ora che vere impellenze non ci sono: inserirlo già adesso e farlo ambientare nella seconda parte di stagione o comprarlo a giugno ma avendolo di fatto già preso a gennaio non farebbe grande differenza. Insomma, che sia uno straniero, un giovane della Lega Pro o uno che va a scadenza di contratto (il giochetto alla D'Ambrosio non possiamo farlo anche noi con qualcun altro?), fossi Cairo mi cautelerei in anticipo muovendo Petrachi per un centrocampista davvero forte o di grandissima prospettiva. Ovviamente dando al ds un po' di soldini da spendere...

E se il patron avesse qualche remora a tirare fuori dei soldi oggi per tutte le cose che abbiamo elencato, gli suggerirei di vedere la cosa sotto una luce diversa: la serenità non ha prezzo e quegli investimenti (Fila, Immobile, un centrocampista) sono le sue tre polizze contro le eventuali tempeste che potrebbero minacciare il futuro del Toro.

Buon Natale granata a tutti!

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