Paolo Vanoli le ha provate tutte. Ha fatto probabilmente il massimo possibile per rianimare una squadra povera di valori, costruita non bene e devastata dalla batosta psicologica e tecnica dell’infortunio di Duvan Zapata. Dopo il derby contro la Juventus di novembre, la squadra era totalmente assente e apatica, elettroencefalogramma piatto. Da quel momento sono stati portati a casa sette punti in sette partite. Pochi, ma avrebbero potuto essere di più se Coco contro il Napoli o Karamoh contro il Parma non avessero mancato dei gol a porta vuota.
L'Editoriale
Vanoli ha fatto il massimo, ora va aiutato
Ma se il Toro oggi è almeno una squadra viva è merito di Vanoli, che - al netto di alcuni errori di inesperienza - ha saputo lavorare su tutti i fronti. Ha ricompattato il gruppo mettendo il noi al posto dell’io e cercando di coinvolgere appieno ogni giocatore. Sul piano tattico ha provato diverse soluzioni, a gara in corso ma contro il Parma anche dall’inizio varando per la prima volta il 4-2-3-1. Il palese problema è che ha un attacco che ad oggi può contare sul solo Adams come elemento di categoria. Ecco perchè, se la società è stata brava a dare fiducia a Vanoli quando altri allenatori sarebbero stati esonerati, ora deve aiutarlo, con rinforzi importanti e tempestivi dal mercato. La salvezza è un traguardo ancora tutto da conquistare.
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