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columnist
Approfittando della sosta per le nazionali e quindi dello stop al campionato, si può dare spazio ad argomenti più insoliti nel mondo del Toro come ad esempio il rapporto con la musica. Ci sono tante canzoni legate ai colori granata. Dai cosiddetti “inni ufficiali” come la marcetta che con una voce a metà tra il Quartetto Cetra e l'Istituto Luce ci ricordava che "torneranno i tempi d'oro" all'ultimo degli Statuto che non fu più suonato perchè tra retrocessione e serie B si diceva che portasse un po' sfiga, ognuno di noi ha una canzone che ha più o meno amato (o più o meno detestato...) nei pre-gara delle partite casalinghe. A me ad esempio non dispiaceva quella che faceva "Siamo noi, quelli del Toro" oppure quella che fu "inno ufficiale" l'anno della B '89-'90. E' vero, nessuna di queste ha, nè ha avuto, la forza evocativa dell'inno dei Reds di Liverpool "You'll never walk alone" che mette i brividi quando è cantato all'unisono dall'intera Kop, la "Maratona locale", ma tutte le canzoni direttamente dedicate al Toro ne hanno sempre evidenziato quelle caratteristiche di appartenenza e di valori che accomunano noi tifosi granata. Non è mia intenzione stilare una classifica su quale sia l'inno granata più bello o quello più popolare, ma più che altro sottolineare come attraverso quelle canzoni l'essenza del Toro e dell'esserne tifosi sia stata esaltata e trasmessa attraverso questa forma d'arte molto pop. Ci sono poi i pezzi dedicati a giocatori del Toro: ad esempio quello degli Statuto sulla figura di Pulici ed uno più recente di un rapper torinese, Willie Peyote, ispirato a e da Kamil Glik. Se fare un brano dedicato ad un'icona del tremendismo granata post Superga come Puliciclone può in effetti essere un logico omaggio al migliore bomber della storia granata, diverso è cimentarsi con un personaggio che da poco è entrato nei cuori dei tifosi del Toro. Willie, usando un genere molto in voga in questi anni come l'hip hop, fa della figura del gigante polacco un simbolo di chi si scaglia contro il "sistema" e, nella vita come nel calcio, deve lottare fino all'ultima goccia di sudore per ottenere quello che ha. Il pezzo inizia con la telecronaca di Caressa e Bergomi che fanno gli scandalizzati per il fallo di Glik su Giaccherini nel derby dell'anno scorso, fallo che costò a Kamil un'espulsione diretta, ma soprattutto un processo mediatico senza precedenti. Per qualche settimana in tipico stile italico Glik diventò il mostro da additare come summa di tutte le scorrettezze del gioco del pallone. Willie Peyote lo riabilita come è giusto che sia e ci regala chicche di ironia come il riferimento "ai fighetti strapagati Matri e Borriello". C'è infine una canzone che non è stata scritta per il Toro, ma il cui testo sembra essere l'esatta denuncia di ciò che il Toro deve sopportare e subire qui nella città di Torino. E' una cover fatta da un mito del rock italiano come Vasco Rossi, il suo titolo è "Gli spari sopra" e le sue parole sembrano descrivere alla perfezione l'iniquità e l'ingiustizia che la situazione delle due squadre di questa città (anche se adesso una è emigrata a Venaria...) vivono da sempre. Ecco alcune frasi del testo che non meritano neppure di essere commentate tanto è chiara e lampante la trasposizione che se ne può fare con le vicende legate al Toro e al rapporto con quell' innomonabile squadra (e società): Se siete quelli comodi che state bene voi, se gli altri vivono per niente perche' i "furbi" siete voi, vedrai che questo posto is beautiful! Se siete ipocriti, abili, non siete mai colpevoli, se non state mai coi deboli, e avete buoni stomaci, sorridete, gli spari sopra sono per noi! Ed è sempre stato facile fare delle ingiustizie, prendere, manipolare, fare credere, ma adesso state più attenti perché ogni cosa è scritta. Voi abili a tenere sempre un piede qua e uno là avrete un avvenire certo in questo mondo qua però la dignità, dove l'avete persa? E se per sopravvivere, qualunque porcheria lasciate che succeda e dite "non è colpa mia", sorridete, gli spari sopra sono per noi. Ogni riferimento a partite rubate, campionati falsati, arbitri manipolati, calciopoli varie, stadi e terreni comprati per due lire o bastoni tra le ruote a chi sostiene valori sportivi diversi è puramente casuale. D'altronde Vasco Rossi che ne sa di quello che è successo a Torino dal 1906 ad oggi? O tifa Toro segretamente e nessuno lo sa, neppure lui? Alessandro Costantino Twitter: AleCostantino74
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