Ma anche se Ventura avesse fatto davanti alle telecamere una sfuriata in stile Conte nel dopo Juve-Genoa, l'attenzione dei media sarebbe comunque andata tutta al dito medio di Delio Rossi, molto più "succulento" per la famosa teoria del "bersaglio facile". In fondo Delio Rossi era recidivo dopo la sua scazzottata con Ljiacic dell'anno passato, il capro espiatorio perfetto per la solita litania del "ha sbagliato", "sono cose che fanno male allo sport" ecc. ecc. Intendiamoci, non sto dicendo che Delio Rossi abbia fatto bene, né che il suo comportamento sia giustificabile, ma quello che mi chiedo è perchè nessuno si sia preso la briga di andare a chiedere a Burdisso, destinatario del "simpatico" gesto dell'allenatore blucerchiato, il perchè di quel particolare "saluto". Delio Rossi ha mancato di fair play scadendo nel cattivo gusto, ma perchè nessuno ha portato all'attenzione il comportamento altrettanto antisportivo del provocatore Burdisso? E' dunque tanto più antisportivo uno Zidane che reagisce rispetto ad un Materazzi qualunque che provoca? O è solo più facile scagliare la prima pietra su chi sbaglia palesemente piuttosto che doversi impegnare a ricercare un'altrettanto grave colpa in chi invece subdolamente si comporta male nell'ombra? O è semplicemente la ben nota Italia del "due pesi, due misure"?
Ancora diverso, invece, il caso di Viviano che sabato sera uscendo dal campo ha buttato per terra la maglia di Pirlo che Borja Valero aveva poggiato sulla sua spalla dopo averla avuta dal centrocampista juventino in cambio della sua. Più che una mancanza di sportività in questo caso mi pare si possa ravvisare un gesto forse infantile più che altro dettato dalla frustrazione della sconfitta. L'attenuante per il portiere viola è il suo essere genuinamente tifoso della squadra per cui gioca: lo sanno anche i sassi che per un tifoso della Fiorentina perdere con la Juve ha la stessa valenza emotiva che potrebbe provare un tifoso granata dopo una sconfitta nel derby. Viviano ha solo fatto ciò che la stragrande maggioranza di noi tifosi granata avrebbe voluto fare con Ogbonna al termine del derby di dicembre. In quell'occasione a fine partita Angelo scambiò la maglia con un bianconero e la cosa a molti apparve fuori luogo: un inglesissima stretta di mano (magari un po' scocciata...) agli avversari sarebbe stato un gesto più che sportivo ed accettabile in relazione alla pesante sconfitta. Con l'aggravante che se Borja Valero è straniero e probabilmente era solo in cerca di un souvenir come la maglia di Pirlo da far vedere un giorno ai nipotini, Ogbonna è cresciuto nel settore giovanile granata e conosce benissimo le dinamiche emotive dei derby torinesi e se avesse voluto una maglia della Juve per la sua collezione avrebbe potuto chiamare uno degli juventini suoi compagni di Nazionale e farsela portare a Coverciano al primo raduno, lontano da occhi indiscreti.
Va bene il calcio iper-corretto moderno, benissimo il fair-play, d'accordo che sono lontani i tempi in cui Pulici si puliva gli scarpini sulla bandiera della Juve prima di entrare in campo nei derby, ma personalmente il gesto innocuo di Viviano mi ha ricordato che esistono ancora sentimenti diretti e di passione autentica verso il calcio: quanto tempo dureranno prima di venire completamente estinti in nome dell'ipocrita sportività all'italiana?
Alessandro Costantino
Twitter: alecostantino74
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