Insomma, volendo mantenere l'inizio del campionato più verso settembre (ma perché, viene da chiedersi, se poi si deve infarcire il calendario di insulsi turni infrasettimanali...), il modo per rendere più agonistica la stagione ci sarebbe. Ad essere onesti, però, non è solo in casa nostra che dobbiamo guardare. Com'è possibile che la UEFA non riesca ad imporre un calendario comune a tutte le sue federazioni con inizio e fine dei campionati uguali per tutti? Si dirà che l'aspetto climatico rende difficile questa uniformità (giocare all'inizio di agosto in Norvegia non è come farlo in Spagna),ma è una scusa che non regge. E' la volontà politica che non c'è. Così come non c'è una volontà chiara di uniformare e, soprattutto, limitare la durata del calciomercato, vero freno e limite dell'avvio delle attività agonistiche. Che senso ha giocare giornate di campionato con il mercato aperto? Che senso ha preparare ed allenare le squadre con rose in continua evoluzione costringendo tantissimi calciatori a cambiare cammin facendo metodi di preparazione o addirittura ad allenarsi male perché in attesa di sistemazione? Che senso ha far durare il mercato due mesi in estate e addirittura uno in inverno quando l'ottanta per cento delle operazioni viene fatto nei primissimi o negli ultimissimi giorni dell'intera finestra di mercato? Un movimento del calcio serio e responsabile aprirebbe il mercato il giorno dopo la fine del campionato e lo chiuderebbe una settimana prima del suo inizio, garantendo una finestra di riparazione solo durante le due settimane della sosta invernale.
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