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Ventura, la fine di Mister Libidine?

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Non mi piace salire sul carro dei vincitori e incensare tutto e tutti in nome dei risultati. Toro-Genoa resta, a mio parere, una ferita aperta nell'orgoglio della tifoseria granata a prescindere dall'innegabile importanza che ha avuto nella corsa...

Non mi piace salire sul carro dei vincitori e incensare tutto e tutti in nome dei risultati. Toro-Genoa resta, a mio parere, una ferita aperta nell'orgoglio della tifoseria granata a prescindere dall'innegabile importanza che ha avuto nella corsa alla salvezza. Nei giorni successivi quella "maledetta" partita, ho provato sentimenti contrastanti in proposito e non mi ha aiutato di certo leggere e sentire cosa si diceva in giro: c'è chi si lecca le dita per una salvezza che, ormai virtualmente acquisita, ha del miracoloso in relazione alla pochezza tecnica della rosa, chi invece grida allo scandalo in nome dei valori e dei principi di grinta e lealtà sportiva propri della storia del Toro. Come non dare ragione ad entrambe le posizioni?

Non sono tanto ingenuo da ignorare che mercoledì sera la posta in gioco era veramente alta: Toro e Genoa si giocavano, anche se con spirito diverso, un bel pezzo di serie A e la paura di perdere, si sa, non è un buon viatico per prestazioni superlative. D'altro canto se la farsa che ci siamo sorbiti per 90 (più incredibili 5(!) minuti di recupero) ha avuto un senso è stato solo e unicamente grazie alla vittoria dell'Udinese in quel di Palermo perchè, è bene ricordarlo, in caso opposto le valutazioni, anche dei più pragmatici, sarebbero state di tenore completamente diverso...

Inutile girarci attorno: la ragion di stato ha prevalso su ogni afflato di orgoglio e di coerenza di tecnico e giocatori e nemmeno uno stadio pieno e "carico" al punto giusto è riuscito a infondere a chi era in campo la voglia di provare a vincere. Ennesima dimostrazione che nel calcio moderno i tifosi contano meno di zero? Può darsi ma, personalmente, non riesco a togliermi dalla testa che il padre del triste spettacolo di Toro-Genoa abbia un nome ed un cognome: Gianpiero Ventura. Non mi interessa parlare di Ballardini e del suo altrettanto scandaloso atteggiamento tattico, né può essere una giustificazione prendersela con gli avversari per questo. Il nostro allenatore ha semplicemente e spudoratamente deciso a priori che quella partita il Toro non doveva giocarla. Schierando il modulo più coperto, tanto invocato da stampa e tifosi nelle trentacinque gare precedenti, Ventura ha provato a fare il furbetto usando a proprio uso e consumo una critica che lo ha "perseguitato" per quasi tutto il campionato. Con il risultato che ha fatto arrabbiare ancora di più tutti quei tifosi che spesso si sono interrogati sulla logica di certe sue scelte.

A mio avviso con questa mossa Ventura ha perso un bel po' di credibilità tra i tifosi del Toro. Ho più volte dichiarato che non sono un fan del gioco di Ventura, ma ho anche sempre ammirato la coerenza del mister verso un'idea di calcio che, piaccia o non piaccia, ha comunque dato in questi due anni un'identità alla squadra. Penso che mercoledì sera se avesse messo in campo il solito 4-2-4 dando la consegna di provare a vincere e poi a metà gara, di fronte ad un avversario palesemente chiuso e ai calcoli inevitabili legati ai risultati degli altri campi, fosse passato ad un assetto più prudente per congelare il punto, nessuno e dico nessuno, avrebbe osato fischiare o anche solo rumoreggiare per 20 o 30 minuti finali di melina. La delusione sta tutta lì, in quel rinunciare a priori a giocarsi una partita che poteva sancire sul campo la conquista di un obbiettivo importante come la salvezza, nell'assurdità di aver sfidato squadre nettamente più forti con un atteggiamento tattico sfrontato e poi coprirsi nell'unica sfida dove quello doveva essere l'atteggiamento giusto almeno in partenza. Perchè a San Siro a dieci dalla fine sullo zero a zero inserire Santana per Brighi invece di un Gazzi che forse avrebbe aiutato a portare a casa un punto prezioso? Tutti abbiamo pensato che il suo mancato utilizzo fosse stato studiato per preservare il centrocampista diffidato in vista della cruciale partita col Genoa. Peccato che col Genoa Gazzi si sia annoiato per tutto il tempo in panchina assieme ai restanti ventimila spettatori del Comunale...

E' su cose come queste che la stima per un allenatore come Ventura, a cui tutti noi dobbiamo essere più che grati per aver riportato il Toro in serie A ed avercelo mantenuto, comincia a vacillare. Il manager Ventura ha fatto felice Cairo raggiungendo l'obbiettivo aziendale prefissato, ma il tecnico Ventura quale prezzo ha pagato in termini di coerenza con sé stesso? Possibile che tutto ad un tratto sia stato folgorato dal pragmatismo "a tutti i costi" quando per tutto un campionato non si è mai preoccupato di provare a difendere un risultato nemmeno per cinque minuti? Possibile che un uomo che ha sfidato stampa e tifosi insistendo su giocatori invisi a larga parte dell'opinione pubblica abbia fatto di colpo "ammenda" ed "espiato" tutto in novanta minuti?

Difficile crederlo, il lupo perde il pelo ma non il vizio: mettere Birsa facendogli fare il terzino e subito dopo togliere Bianchi direi che è stata una chiara risposta indiretta a tutti i miei quesiti. Metti mai che lo sloveno fosse venuto meno alle consegne e avesse sfornato un paio di cross per la testa del capitano, sai che tragedia...

 

Alessandro Costantino

(Foto Dreosti)