Ci ha fatto compagnia per tutta la stagione con i suoi preziosi consigli di tattica. Ecco perché abbiano deciso di consultare ancora una volta Lello Vernacchia, l'ex granata oggi allenatore di lungo corso, per fare un bilancio della stagione in salsa granata.
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‘Ventura, la salvezza non basta più’
Si parte dai colleghi, in primis Ventura: “Se l'obiettivo era la salvezza, quello è stato centrato e non gli si può imputare nulla. Però negli ultimi due mesi la squadra è stata troppo scostante e soprattutto pare più demerito delle altre, con il Siena oltre tutto pesantemente penalizzato, che non virtù dei suoi. Mi ha convinto per lo spirito e la filosofia di gioco che non ha voluto cambiare nemmeno con il salto in A, ma doveva modificare l'assetto prima del tracollo. E soprattutto i suoi giocatori sono arrivati sfiniti già a marzo”. In più ci sono i precedenti: “La storia dice che Ventura al secondo anno, anche a Bari, ha deluso. Quindi la sua riconferma, visto che mi pare finirà così, è comunque un punto interrogativo. Ora si tratta di vedere quello che chiederà alla società e soprattutto cosa la società effettivamente potrà dargli, trovare una comunione di intenti”.
Già, la dirigenza a partire da Urbano Cairo. Al Vernacchia tifoso il trattamento di Bianchi non è piaciuto: “Può essere vero che avesse un contratto troppo oneroso, ma comunque l'hanno firmato in due all'epoca. E mi ha addolorato molto il modo in cui l'hanno fatto accomiatare, senza nemmeno una passerella per il pubblico, senza una festa finale. E' stato attaccato alla maglia, ha una media di oltre 15 gol a stagione e al Toro ha comunque reso anche se ora partirà gratuitamente”. Proprio all'attacco è legata parte del mercato: “Serve una punta di peso, perché Jonathas non è affidabile e Meggiorini ormai non è più una punta. Ovviamente bisognerà vedere se Ventura punterà ancora sul 4-2-4 che a me lascia perplesso. Ma in ogni caso servono dei punti fermi e ci sarà molto da lavorare sia a centrocampo che in attacco”.
Se Cerci e Santana sono per lui i migliori complessivamente nella stagione, Lello indica anche i tre (uno per reparto) che hanno avuto un rendimento decisamente superiore alle attese: “Glik ha fatto veramente bene, è uno che non molla mai. Gazzi è stato un motorino, silenzioso fuori e decisivo in campo. E poi Bianchi, perché Ventura psicologicamente lo ha massacrato snaturandolo e lui ha reagito da campione lo stesso. In più menzione speciale per Darmian e per la volontà di Brighi”.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
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