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Prima che sia troppo Tardy / Il pensiero del nostro Enrico Tardy
Enrico Tardy
Enrico Tardy Columnist 

Il Toro di Cairo e Mihajlovic è quello che in un campionato e mezzo ha offerto pochissime partite memorabili, alcune normali e numerose mediocri (per organizzazione tattica e carattere).

D'altronde se nelle ultime 8 gare abbiamo vinto una sola volta... Ad oggi zero risultati: scorso anno fuori da tutto a gennaio, quest'anno stiamo cercando di migliorarci magari anticipando a dicembre il disinteresse per il campionato. Con il Chievo, dopo una bellissima partita a Milano abbiamo disputato una gara "molle", subendo la migliore organizzazione tattica degli avversari, sbagliando il match-ball su rigore con il nostro centroavanti.

Proprio lui, il nostro miglior calciatore lo scorso anno, il più amato dai tifosi, lui che non parla in sala stampa da 5 mesi, che fino al 31 agosto è stato rigoroso custode delle sue incertezze non dicendo una parola, lui che terminato il calciomercato non ha mai detto di essere felice di essere rimasto al Toro, lui che per tante partite quest'anno pareva svuotato mentalmente e psicologicamente, lui che è rientrato rapidamente da un serio infortunio per poter giocare lo sciagurato spareggio mondiale, lui che tira il rigore in modo pessimo dopo la peggior esibizione da quando è al Toro, "lui" cosa ha? Gentilmente qualcuno ce lo dice? Questo silenzio è un po' sadiq...

Avvocato penalista, appassionato di calcio (ha partecipato al corso semestrale di perfezionamento in diritto e giustizia sportiva presso Università di Milano), geneticamente granata, abbonato al Toro da circa trent’anni.

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