Aurelio De Laurentiis ha acceso questo pomeriggio di fine giugno, tornando a parlare (non lo faceva ufficialmente dal 21 febbraio). Ha, infatti, elencato tutte le criticità che sta vivendo il nostro calcio a causa della pandemia da Covid-19. Inequivocabili le sue parole: "A causa del Covid-19 tutte le società di Serie A hanno bilanci in rosso. In Italia il calcio è in deficit di 1,5 miliardi. Il premier Draghi dovrebbe far posticipare l'inizio dei campionati. Le partite senza pubblico sembrano irreali, come fossimo in un acquario".
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De Laurentiis: “Il calcio è in rosso, Draghi ci ascolti e non ci trascuri”
Un fiume in piena il presidente del Napoli che ne ha per tutte in una conferenza stampa molto attesa, non parlava da febbraio
COVID - Entrando nel dettaglio, il numero uno partenopeo ha spiegato: "“E’ chiaro che sono stati momenti difficili, questi del Covid, che non ci aspettavamo. Ci ha colti impreparati. Già nello scorso campionato, dover ritardare la fine del campionato stesso e non aver spazio e tempo per programmare l’annualità che si è conclusa. Ognuno ha pensato ai propri egoismi. Io avevo detto: che senso ha fare i campionati europei con gli stadi chiusi? Senza il ritiro dovuto e un ritiro vero, oltre a un mercato vero? Dobbiamo fare la corsa per un assist agli istuzionalisti che non investono nel calcio, ma sono nei loro ruoli solo grazie a noi e non ci tutelano, ma ci creano altri problemi”.
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FUTURO - Sulla prossima stagione De Laurentiis ha aggiunto: "Leggevo del problema della Premier inglese, che ha castigato i protagonisti della Superlega, ma variante o non variante si accorda la finale a Londra con gli spettatori. Una settimana prima del lockdown mi è stato chiesto di giocare in Spagna, dissi ma come facciamo a muoverci, e mi risposero di arrivare a Parigi e poi di spostarci in pullman. E' più importante una partita che la salute dei popoli? Tra poco pubblicheremo i calendari, ma chi ci garantisce?". E ancora lancia un appello al premier Mario Draghi: "Draghi deve prendere atto che ci sono più di 30 milioni di italiani che trovano nel calcio una valvola di sfogo, l'80% di loro, ovvero 24 sono uomini che lavorano per il Paese, allora perché tu ti disinteressi completamente al mondo del calcio che è una valvola di sfogo importante? Hai una grande credibilità in Europa, perché non convinci i tuoi colleghi a resettare tutte le partenze dei campionati, posticipandone l'inizio ad una data per avere più serenità vaccinale? Perché in Europa non è nata una obbligatotietà ai vaccini e sento tanta gente che non vuole vaccinarsi e non ci pensa nemmeno, e chissà quanti di voi qui la pensano così. Perché Draghi trascura il primo sport italiano? Nel calcio nessuno ha mai fatto nulla. Sono quarant'anni che c'è una legge sbagliata, si dice sempre ci deve pensare il governo, ma il governo non fa nulla. Stimo Draghi, ma il governo non s'è messo una mano sulla coscienza sul rosso del calcio, togliendo la burocrazia e lanciando innovazione, verificando come sanare i bilanci, tutti in rosso. Siamo tutti in rosso per il Covid, serve una soluzione".
VERONA - Sull'ultima giornata dello scorso campionato contro l'Hella Verona dell'allora tecnico Ivan Juric, De Laurentiis ha precisato: "Rimproverarmi qualcosa? Non credo, è stato un campionato falsato per tutti. Poi si potrebbero avere cattivi pensieri se facessi dietrologia, ma io non faccio dietrologia. Nell'intervallo di Napoli-Verona sono andato negli spogliato per suonare la carica e mi sono sentito quasi rilassato dopo la rete del vantaggio. Non mi ha fatto altrettanto piacere vedere nei successivi minuti il pareggio. Arrivi alla fine di un campionato così negativo e complesso, dove anche il risultato degli altri conta, dove sei già stato bastonato durante l'anno in delle partite in cui forse meritavi di più. C'è l'episodio del Cagliari che già ci aveva creato dei patemi d'animo, quindi voglio dire che non ho nulla da recriminare. Ripeto, è stato un campionato molto falsato. Abbiamo fatto un assist agli Europei, senza sapere nemmeno se si potesse girare per l'Europa. Vorrei tanto che alcuni colleghi dicessero: 'Aurelio hai ragione, convinciamo 7/8 squadre a non partire'".
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