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Il Gallo fa innamorare anche l'Italia: torna a vedersi il vero Belotti anche in Nazionale. Trecentoundici giorni: tanto era passato prima di ieri sera dall'ultimo gol in azzurro di Belotti (l'ultimo il 10 ottobre 2018 contro l'Arabia Saudita). Poi, un lungo silenzio dovuto alle scelte di Mancini: non convocare Belotti, chiamando al suo posto a più riprese Quagliarella, Pavoletti o Lasagna. Ma è proprio da lì che è cominciata la lenta ma inesorabile risalita del capitano del Torino.
LA SCALATA - Più di dieci mesi di assenza dall'azzurro. Mesi nei quali Belotti ha deciso da simbolo, bomber e capitano la straordinaria seconda metà della scorsa stagione del Torino. Risultato? Bottino personale di 15 gol realizzati in campionato, record di punti della storia del Toro (63) e settimo posto in classifica. La Nazionale però è sempre stata un obiettivo di Belotti, che ha tenuto in fondo al cassetto la delusione provocata dalle mancate convocazioni riuscendo a trasformarla in motivazione per fare ancora meglio. E adesso che l'ha riconquistata sul campo, non vuole più fermarsi: “Per me la Nazionale è qualcosa di importante - ha detto Belotti al termine del match contro l'Armenia - per questo ci tengo ai gol. E non voglio fermarmi".
IN NAZIONALE - Contro l'Armenia, due gol (l'1-3 azzurro gli è stato assegnato ufficialmente dalla UEFA nelle ultime ore) più un altro regolare annullato. Non male come ritorno in Nazionale dopo oltre 300 giorni. Una rete che, per altro, proietta Belotti a 7 gol totali in azzurro, al primo posto posto tra i convocati di Mancini per numero di marcature in Nazionale; al pari di Bonucci e Immobile. L'obiettivo adesso è continuare così, per affermarsi come centravanti titolare in vista di Euro 2020. La sensazione è che il Gallo possa farcela, ma prima servirà confermarsi anche contro la Finlandia. Facendo un passo alla volta. Intanto, una cosa è già certa: Mancini ha ritrovato il vero Belotti.
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