A Torino un giocatore dell'era Ventura che difficilmente verrà dimenticato è certamente Matteo Darmian. Il terzino è arrivato, in sordina, nel 2011 ed è rimasto in granata per quattro anni conquistando la Serie A, la qualificazione in Europa League ed un gol nel derby nonché la Nazionale. A distanza di un anno dalla propria partenza il terzino ricorda la sua esperienza in Piemonte: "Sono stati quattro anni fantastici, dove, probabilmente, c'è stata la svolta della mia carriera. Fin dal primo giorno ho sentito la fiducia di tutti, e per un giovane è fondamentale questo fattore: a partire dai tifosi passando per Cairo, Ventura e Petrachi ma soprattutto mi riferisco ai miei compagni di squadra. Questo mi ha permesso di giocare con più continuità. In quel periodo abbiamo ottenuto poi grandi risultati: il primo anno c'è stata la promozione in massima serie, ed era l'obiettivo minimo per il Toro dopo diversi anni che giocava in Serie B, e siamo riusciti a centrarlo. Il primo anno in A siamo riusciti a salvarci, come era stato prefissato ad inizio stagione, e dopo è stato un crescendo, culminato con l'esperienza in Europa League".
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Darmian: “Torino è stata la svolta della mia carriera”
Il terzino poi parla della sua esperienza a Manchester che sta vivendo tutt'ora: "Il trasferimento in Inghilterra? E' stata una trattativa abbastanza repentina e si è conclusa rapidamente, quando ho saputo che mi aveva chiesto una squadra così storica ed importante non ho esitato ad accettare. Non è mai facile cambiare paese e cultura calcistica però anche qua sono stato subito ben voluto e supportato da tutti, non ho avuto mai grandissimi problemi e mi hanno dato una grossa mano sopratutto Van Gaal e Giggs. Ryan qua è un mostro sacro, per tutto quello che ha dato a questa maglia, ed oggi è visto da tutti i tifosi come una leggenda. In particolare non mi ha dato nessun consiglio ma è sempre presente nel momento del bisogno e sa come aiutarmi anche con una sola parola o una pacca sulla spalla. Lo vedo ogni giorno in allenamento, ma fa sempre un certo effetto perché è stato un gran giocatore ed è anche una grande persona".
Il giocatore della Nazionale poi commenta la sua carriera ricordano anche le prime squadre nelle quali ha militato: "Non rinnego niente della mia carriera, non ho mai preso scelte alla leggera, le ho sempre ponderate prima. Già nei primi anni prima ero andato in prestito prima al Padova e poi al Palermo, in quanto, in comune accordo con il Milan, avevamo pensato che era meglio che io giocassi con più continuità. Il primo anno in rosanero mi sono trovato molto bene, quello successivo c'era da decidere la comproprietà. Non ero deluso del mancato riscatto anche perché sapevo che comunque avendo l'opportunità di giocare avrei potuto mettere in mostra le mie qualità. Poi è arrivata la proposta del Torino ed è iniziata una bellissima avventura regalandomi stagioni molto intense e belle".
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