Gianluca Petrachi ha parlato al sito ufficiale della Roma e ha ripercorso i suoi nove anni a Torino, definendoli "bellissimi". Sarà una partita speciale per lui che si è separato malamente nella primavera 2019 dalla società presieduta da Urbano Cairo. Tuttavia, il direttore sportivo giallorosso ha utilizzato parole significative per definire la sua esperienza sotto la Mole. "Ho dato tanto per il Toro - ha sottolineato -. Mi sono invecchiato anche fisicamente perchè tenevo tantissimo a quei colori. Ed è stata una grande scuola. Aver vissuto quelle difficoltà ti aiuta per far bene in una piazza come Roma, perché se non hai vissuto certe situazioni qui rischi di essere sbriciolato. Lì ho lasciato tanti giocatori e sarà emozionante rivederli. Forse mi emozionerò di più al ritorno, perché sarà come tornare in una vecchia casa. Dopodomani, però, subentrerà la professionalità. Non amo perdere, sono ambizioso. La sconfitta la vivo malissimo. Spero che domenica i nostri giocatori non sbaglino l’approccio alla partita".
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Petrachi: “Al Toro sono invecchiato fisicamente da quanto ci tenevo”
PERES - Su Bruno Peres, tornato a Roma in questi giorni, Petrachi ha detto: "L’ho preso io a Torino. Lui sa giocare a calcio. Deve ritrovare quella fame, quell’umiltà che forse ultimamente aveva perso. La mia idea condivisa con Paulo è di dargli una seconda chance, perché a tutti si concede nella vita. Deve ritrovarsi come uomo. Tutti possiamo sbagliare. Negli anni in granata si è visto il vero Bruno Peres e io ero lì, so come ha fatto a rendere. Lui ne è consapevole: gli daremo una possibilità e la prima volta che sbaglia è a casa”.
PUNTI DI FORZA - Petrachi ha anche parlato dei punti di forza della sua Roma. "Quando sono arrivato tanti giocatori già presenti avevano la voglia e l’entusiasmo di iniziare una nuova stagione e di cambiare: molti di loro cercavano una svolta, perché venivano da un anno difficile - ha sottolineato -. Chi non condivideva questo sentimento è andato via. Chi credeva nel nuovo progetto che stava nascendo è stato tenuto. I nuovi, poi, sono stati valutati a livello umano e tecnico, servivano tutte persone con voglia e con entusiasmo. Avevamo bisogno di ragazzi che vedessero la Roma come un punto di arrivo, non come un posto di passaggio. Chi è arrivato lo ha fatto con l’entusiasmo e con la voglia giusta. C’è stata una fusione ideale tra gruppo esistente e i nuovi arrivi. Credo si sia creata l’unione di intenti che la Società cercava”.
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