di Luca Sgarbi
gazzanet
Autolesionismo
Eravamo pronti a molto, preparati come siamo a qualsiasi cosa. A molto sì, ma non a tutto, di sicuro non all'autolesionismo puro. Sia chiaro, nulla di consapevole, solo la constatazione che l'uomo giusto nel posto sbagliato questa volta si chiama Danilo D'Ambrosio. E' lui che trasforma un colpo di fioretto senza pretese in una sciabolata mortale. L'1-1 col Cittadella - sempre tu, e basta! - va mandato giù come un boccone amaro e, soprattutto, come un altro treno perso, in partenza verso il binario A. Treni che non ripassano di frequente. Non capiterà ogni giornata l'occasione di accorciare su tutta la compagnia. Una banda di mascalzoni che ha voglia di farsi male da sola. Insomma, mal comune non fa mezzo gaudio. Quanto al Toro, 34 punti non sono 36, ovvio. Ma non è solo nei due punti il peccato che meriterebbe di farti spedire in un girone dantesco. E' nel senso amaro dell'occasione sprecata senza capire poi bene perchè sia successo.La stessa domanda che ronza nella testa di molti. Del Livorno, per dirne uno. La paperaccia colossale di De Lucia vale l'1-1 ad un Albinoleffe che ormai fa definizione: tutti dietro la linea della palla. Prega e spera. Kick and run. Funziona perchè attorno la modestia impera.Per Pillon e soci inevitabile la tessera n.1/bis del club "Facciamoci male da soli". In tema di giornata 23, invece, ci si è messa di buona volontà anche l'Atalanta che ha sprecato l'inenarrabile col Varese. 0-0 all'Atleti Azzurri con Doni capace di sbagliare uno di quei gol talmente importanti e clamorosi che ti rovinano il weekend e anche la settimana successiva. Insomma, il Toro, in materia autolesionistica, è un autorità, ma non è da solo. Sai che consolazione! Di sicuro è assieme alla Triestina e al Sassuolo che impacchettano i gol di Novara e Grosseto. L'1-1 di Motta è un gentile omaggio della difesa giuliana; l'1-0 di Caridi una gemma incastonata in una partita da encefalogramma piatto. Dulcis in fondo, la terza capolista, il Siena. Fa 0-0 a Reggio Calabria. Voleva il punto, Conte, e l'ha ottenuto. Senza regali. Senza autolesionismi. E qui al Piano di Sotto non è comunque una consolazione da poco.
(foto Dreosti)
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