Cosa cambierebbe per il Torino e per le altre compagini considerate ''medio-piccole", se anche in Italia si applicassero questi stessi criteri? Molto, praticamente tutto. Sarebbe davvero un'altra vita, basti pensare che in questa stessa stagione, i granata avrebbero incassato come minimo 7 milioni di euro in più dalla ripartizione: un po' come se il cartellino del capocannoniere Belotti fosse stato gentilmente offerto "dagli amici del Piccolo schermo". Ma non solo, nel triennio che porta al 2018 il club di Cairo arriverebbe ad incassare circa 27 milioni di euro in più rispetto ad ora. Non certo bruscolini, anzi.
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FAVOLA LEICESTER - Un sistema che mette pressoché tutti sullo stesso piano, una ripartizione che in parte ha fatto sì che la ''favola Leicester" diventasse realtà, con ben 96 e rotti milioni incassati dalle televisioni. In Inghilterra, infatti, per poter essere considerata una 'big' del campionato, non basta aver vinto 10 anni fa - come da noi il Milan, ancora oggi il club che porta a casa la seconda fetta più grossa dei diritti televisivi -, ma occorre essere sempre competitivi. Diversamente, si scivola rapidamente tra le fila delle medio-piccole. Non certo un dramma, perché - sempre lì da loro - è più semplice rialzare la testa dopo un momento di tracollo, proprio perché il gap tra grandi e le altre è decisamente più assottigliato. In Serie A la Juventus, campione in carica, ha preso una fetta di torta che era tre volte più grossa rispetto a quella dell'Atalanta (rispettivamente 110 milioni da una parte, 35 dall'altra); in Premier League - per fare un paragona tra piazze e risultati sportivi - il Chelsea ha preso una volta e mezza in più rispetto al club attualmente guidato da Ranieri: 136 milioni ai Blues, 96 e rotti appunto per i Foxes.
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