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Può capitare di assopirsi. Non c’è nulla di male se succede quando si è comodamente appoggiati su un divano. O magari a gustarsi una Pina Colada sul lettino da spiaggia. Decisamente più rischioso al Piano di Sotto, in serie B. E’ un viaggio nel vuoto, mollare la presa, staccare la spina. Ma poi, va detto, una cura si trova. Il risveglio al momento giusto nel posto giusto. L’elettroshock. Il risveglio di tre, facciamo pure quattro. Assopite. Addormentate. Se non è complicato, a noi non piace, sembrano quasi suggerirci all’orecchio Torino, Atalanta, Sassuolo e Cittadella.
Il risveglio granata arriva nel giorno più lungo, nel D-Day di Franco Lerda. Un uomo, un granata, un tecnico preparato che pareva quello giusto al posto giusto. Ma anche una squadra sul fondo o quasi, un gioco che non fluisce e una panchina che traballa. Aggrappato, con l’ultima unghia della mano, il buon Franchino, dopo l’erroraccio da matita rossa di Ogbonna. Ma poi ci si risveglia, nel momento dell’ “ora o mai più”. Un momento che conosce alla perfezione Angelo Gregucci. C’è una piccola grande epica dentro Sassuolo-Siena. Che finisce 4-3, che è partita di una bellezza selvaggia, gara irreale (la più bella degli ultimi tre anni in serie B) dominata nel gioco e nelle occasioni dagli emiliani, vinta quasi dai bianconeri. Follie del calcio. I gol di Noselli e Masucci, al 91’ e al 95’, restituiscono un po’ di giustizia. Per la tranquillità, ripassare. La stessa cosa che pensa Colantuono a Bergamo. Essere sempre in discussione quando alleni una corazzata di nome Atalanta è nel menù del giorno. Trovarsi troppo in basso rispetto alle aspettative societarie può essere fatale. Non per il “Cola” che ne rifila 4 al Padova. Altro miracolato. Come Foscarini. Lui a Cittadella non trema. Lui è un’istituzione, tipo Phil Jackson ai Lakers. Però, anche lui, è una sorta di miracolato. Dopo il gol del Grosseto, non era semplice. Ma è la giornata dei risvegli, di chi vuole regalare e regalarsi un’emozione. Modena e Varese, due su tutte. I ragazzi di Bergodi sbancano Pescara giocando alla grande e da grande. E fa strano visto che non si tratta di una grande. I kamikaze del profeta Sannino (ci vogliono testa dura e convinzioni salde per farsi allenare da uno così… un mito) timbrano tre punti a Vicenza sbagliando anche il rigore che avrebbe mandato i titoli di coda in anticipo. Tranquillità, questa sconosciuta…
Escono dallo spartito, invece, Livorno (3-0 alla Reggina), Novara ed Empoli. Per i piemontesi parla la differenza reti: più diciotto. Per informazioni, siamo alla dodicesima! Parlano le sole-vittorie al Piola e un accostamento. Completamente sbagliato, col Cesena. Squadre totalmente diverse. Per genetica tattica, ferocia, bellezza e provenienza (dalla LegaPro) la macchina perfetta di Tesser assomiglia al Modena di De Biasi: stesso spettacolo, stessi risultati. Finora.
E comunque i noiosi a noi non piacciono. Novara champagne? Empoli che non perde mai? Livorno che timbra il cartellino tipo impiegato del catasto? Banali. Fanno sembrare tutto persino troppo facile. E a noi, se non è difficile, proprio non ci piace.
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