Il "Piano di Sotto" è il luogo nel quale il Toro vive precario. Non è il suohabitat ideale, ma deve farci i conti ogni giornata. La serie B non è la suaArena: è un piano di sotto, appunto, rispetto alla normalità delle cose. La nuova rubrica di Toro News è a cura di Luca Sgarbi, giornalista televisivo e grandissimo appassionato di calcio (e sport, in generale). Modenese, classe 1983, segue la serie B da sei anni, Per la prima emittente modenese TRC- Telemodena, Luca conduce anche il telegiornale sportivo e diverse trasmissioni televisive. Gestisce il blog Zonasgarbi.it.
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Il piano di sotto
di Luca SgarbiCome un disco rotto che cinguetta fuori sempre le stesse note. E le ripete. E le ripete di nuovo e di nuovo. Quel disco che non è la serie B e se non ci credete guardate la giornata numero sette. Tra restaurazione e rivoluzione. Avanzano i pesi massimi e avanza pure quella middle class che non t’aspetti fino in fondo.Le luci al neon dei titoli di testa se le prende il Siena capolista. Per impostazione – un 4-2-4 venturiano - e caratteristiche tecniche, Conte sta cercando di clonare il Bari versione 2008-09. Una ciambella riuscita col buco è una buona base di partenza: il suo Siena sembra sulla strada giusta, anche se sabato è stato messo sotto scacco per settanta minuti dal palleggio sterile del Modena di Bergodi. Ma Karpov è Karpov perché in un modo o nell’altro trova la mossa giusta sulla scacchiera. Quella di Conte, casuale ma incisiva, si chiama Ficagna. Dicevamo, restaurazione. Ovvero Atalanta e Toro. Colantuono e Lerda, passato e presente granata. Il primo si deve essere stropicciato gli occhi a guardare il primo tempo della sua squadra a Modena: possesso palla blaugrana, pallone nascosto sistematicamente, quasi fossimo al Camp Nou e non al Braglia. Quasi in campo ci fossero l’architetto Xavi e l’ingegner Iniesta, e non due buoni geometri come Barreto e Carmona. Il secondo, Lerda, non vede ancora il calcio che vorrebbe, ma il suo Toro rimane in quota. Il convento passa questo, al momento, e vincere è il modo migliore per prendere fiducia. Anche contro il Portogruaro, squadra tecnicamente debolissima ma abbastanza ordinata. I dieci punti nel pallottoliere veneto rimangono un mistero degno di Agatha Christie: l’impressione è che, alla lunga, o Viviani si vestirà da Druido e troverà la pozione magica o la salvezza sarà materiale difficile da acquisire. Discorso analogo per il Sassuolo, che non punta alla salvezza, certo, ma che in settimana ha fatto notizia. Via Arrigoni - dopo quattro sconfitte nelle ultime cinque - dentro Gregucci. Notizia bomba se si pensa ad una società che non cambiava in progress dall’epoca di Giulio Cesare e Catilina. Anno 2003, un’era geologica nel mondo del pallone. Quanto al resto, middle class al potere. Cioè Reggina ed Empoli, la dimostrazione di come un vero progetto in economia sia decisamente meglio di un mezzo progetto lussuoso. In estate si sono liberate dei nomi formato XXL (e degli ingaggi pesanti) e adesso bazzicano là in alto, come non avevano fatto l’anno passato. Viaggiano a scapito di Vicenza e Cittadella, due che potrebbe rivedere i fantasmi del passato. Per i biancorossi, il solito torneo inutile come una birra senz’alcol. Per i granata, la lotta salvezza, appesi ad un filo sottilissimo, alla faccia della semifinale playoff di qualche mese fa. Vince anche il Grosseto col Frosinone. Il solito, immancabile, cambio di panchina di Camilli ha portato tre punti contro il Frosinone. Ma è il passaggio dal difensivismo accorto di Apolloni alle bollicine di Moriero che fa discutere: come svegliarsi granata e addormentarsi juventino. Una sconfessione netta. Un universo di distanza. Ma siamo in serie B e, quindi, non provate a far troppi conti e nemmeno a capirci qualcosa.
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