Sembrava essere arrivato il momento in cui, finalmente, le parole avrebbero lasciato spazio ai fatti ed il sistema calcistico dello Stivale avrebbe subito una sostanziale e pesantissima variazione volta a favorire enormemente l’inserimento e la crescita dei giovani talenti dei settori giovanili. Nell’ormai lontano mese di gennaio il neo presidente della Lega Gabriele Gravina aveva dichiarato che la suddetta stava lavorando per la tanto chiacchierata creazione delle squadre B: sei seconde squadre (appartenenti a club che disponessero di licenze nazionali e Uefa e che rispettassero altri parametri in via di definizione) in Lega Pro già dalla prossima stagione, questo era il progetto.
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Squadre B, i tempi si allungano: un’altra commedia all’italiana
Come spesso accade in Italia tuttavia, le parole abbondano ed i fatti scarseggiano: a mesi di distanza non è stato fatto ancora nessun vero passo avanti in questa direzione, e giunti ormai ad aprile trapela davvero poca fiducia che questo utilissimo progetto possa essere attuato in tempo per le imminenti stagioni. Si tratta di una controversia che tiene banco da parecchio tempo nel panorama calcistico italiano, ma giunti a questo momento sono i tempi tecnici a renderne difficile una rapida realizzazione: tutte le parti interessate (FICG, Lega Serie A, Lega Serie B, Lega Pro e non soltanto) dovrebbero riunirsi e trovare finalmente una quadra. Quella che è sempre mancata finora in effetti, e che continua a non essere presente, è l’uniformità di vedute.
Il modello Spagna sembrava essere raggiungibile, a portata di mano: si sarebbe trattato del crollo di un grosso tabù del calcio nello Stivale; ma a quanto sembra bisognerà ancora attendere. Ancora una volta in Italia prevale la politica del compromesso, il malcostume del “se”: le parti non trovano un accordo e, dopo tante parole, la questione non viene risolta ma rimandata.
Si tratta di un grosso peccato per quanto riguarda la crescita di una grande categoria di giocatori che con le squadre B avrebbero la possibilità di scendere in campo affrontando avversari di livello e dunque abituandosi a livello ben diversi dal Campionato Primavera di provenienza. Uno stallo intermedio utile e propedeutico alla crescita personale, tecnica e mentale, dei giovani talenti da svezzare. Una rivoluziona per la quale i tempi ancora una volta si allungano.
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